Orban inviterà in Ungheria Netanyahu nonostante mandato arresto Cpi
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Orban inviterà in Ungheria Netanyahu nonostante mandato arresto Cpi 22 novembre 2024 Budapest, 22 nov. - Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha annunciato di voler invitare l'omologo israeliano Benjamin Netanyahu a visitare l'Ungheria, dicendo che avrebbe garantito che il mandato di arresto della Corte penale internazionale contro Netanyahu "non sarebbe stato rispettato". Orban, il cui paese detiene la presidenza semestrale a rotazione dell'Unione europea, ha dichiarato alla radio di stato che il mandato di arresto della Cpi è "sbagliato" e ha aggiunto che il leader israeliano sarebbe stato in grado di condurre i negoziati in Ungheria "in adeguata sicurezza". (Il Sole 24 ORE)
Su altre testate
I criminali di guerra sono altri". Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini a margine dell'assemblea Anci. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
"Esamineremo, leggeremo le carte per capire quali sono le motivazioni che hanno portato la Corte a fare questa scelta. Lo dice il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine dell'Assemblea Anci a Torino, in merito al mandato d'arresto della Corte penale internazionale per il premier israeliano, Benjamin Netanyahu (ilmessaggero.it)
Lo afferma un alto funzionario Ue commentando l'invito di Viktor Orban. "Sembra che sia tornato a 'trollare' con la fine della presidenza in vista", ha dichiarato invece una fonte diplomatica. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Stati Uniti Joe Biden, commentando il mandato d'arresto internazionale per crimini di guerra emesso a carico del premier israeliano Benjamin Netanyahu e dell'ex ministro della difesa Yoav Gallant, mandato via dallo stesso Netanyahu. (Italia Oggi)
Intanto c’è una dichiarazione ufficiale del portavoce del governo federale tedesco, Steffen Hebestreit, il quale “ha preso atto della decisione della Corte penale internazionale (CPI) sui mandati d’arresto richiesti contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Joaw Galant. (StrettoWeb)
Dall’amico Donald Trump, se invitato, potrà ancora andare. Washington — e le porte della Casa Bianca — restano aperte, come quelle in una trentina di capitali: molte però nemiche e tante insignificanti per la visione geopolitica di Benjamin Netanyahu (Corriere della Sera)