DDL sicurezza sotto accusa dal Consiglio d'Europa
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Il disegno di legge Sicurezza, attualmente in esame al Senato italiano, ha suscitato critiche sia in ambito nazionale che internazionale. Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Michael O’Flaherty, ha inviato una lettera al presidente del Senato, Ignazio La Russa, evidenziando gravi rischi per i diritti fondamentali e chiedendo modifiche sostanziali al testo. La questione ha scatenato un acceso dibattito politico, con La Russa che ha definito l’intervento un’inaccettabile interferenza.
Il Consiglio d’Europa, istituzione fondata nel 1949 con lo scopo di evitare il ripetersi delle atrocità della seconda guerra mondiale, non ha alcun potere coercitivo sugli Stati nazionali, tantomeno sanzionatorio. Tuttavia, la sua missione include il monitoraggio del rispetto dei diritti umani nei paesi aderenti, tra cui l’Italia, uno dei fondatori. La lettera di O’Flaherty, pur essendo una procedura rara, rientra in questa missione.
Il dibattito si è intensificato dopo che il Consiglio d’Europa aveva già lanciato un allarme contro la «profilazione razziale» da parte della polizia italiana alla fine dello scorso ottobre. L’intervento di O’Flaherty, professore irlandese esperto in diritti umani ed ex funzionario delle Nazioni Unite, è stato visto da alcuni come un ulteriore tentativo di influenzare le politiche interne italiane.
Sandra Zampa, senatrice del Pd e vicepresidente della delegazione italiana al Consiglio d’Europa, ha difeso l’intervento del Consiglio, sottolineando che non si tratta di ingerenza, ma di una parte della missione dell’organismo.