Pino Arlacchi: Il Myanmar, l'ONU e l'occasione perduta della signora Aung San Suu Kyi

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L'AntiDiplomatico ESTERI

Cosa faranno i militari di nuovo al potere in Myanmar, e come regoleranno i loro rapporti con la signora Aung San Suu Kyi, l’ex icona dei diritti umani, premio Nobel 1991, che governa il paese dal 2010, protagonista della politica birmana da più di un trentennio?

Ma qui intendo parlare di una storia che ho vissuto in Myanmar durante il mio mandato all’ONU, e che ricordo ancora con una certa emozione. (L'AntiDiplomatico)

Se ne è parlato anche su altre testate

Una giornata storica, che avrebbe dovuto formalizzare i risultati delle elezioni dello scorso 8 novembre, quando la NLD di Aung San Suu Kyi aveva ottenuto l’83 per cento dei seggi disponibili. Chi è Aung San Suu Kyi. (Sputnik Italia)

«Gli Stati Uniti difenderanno la democrazia ogni volta che viene attaccata». Ma la campagna occidentale sui diritti dei Rohingya potrebbe essere stata fatale: nell’indebolire la premier democratica privandola di appoggi concreti, e nello spingere nuovamente i militari verso la Cina (La Repubblica)

REUTERS / Stringer Prime immagini dalla capitale del Myanmar dopo la dichiarazione del governo militare. Le azioni dell'esercito del Myanmar sono state abbastanza inaspettate, sebbene i militari siano sempre rimasti una certa minaccia dall'inizio della democratizzazione nel 2011, controllano ancora la situazione. (Sputnik Italia)

Il popolo di Aung San Suu Kyi è stato sempre la maggioranza della Birmania. Aung San Suu Kyi è ritornata agli arresti, come per molti anni della sua vita. (L'HuffPost)

Qualcosa in quell’incontro sembra aver probabilmente portato il leader militare golpista a credere che la Cina sarebbe stata disposta a farsi avanti per il suo vicino birmano, insomma. E l’incontro, il mese scorso, tra il massimo diplomatico cinese, Wang Yi, e il generale golpista Min Aung Hlaing, potrebbe essere stato il punto cardine nel determinare il colpo di Stato. (L'HuffPost)

Si parlò di "primavera birmana", culminata nel trionfo elettorale di Ang San Suu Kyi nel 2015, con lei a capo del governo e scene di giubilo davanti a "mamma Suu" che coronava il sogno di un popolo. Sembrava il suo destino: figlia dell'eroe dell'indipendenza Aung San, assassinato quando lei aveva solo due anni, Aung San Suu Kyi era il volto perfetto per liberare la Birmania da un regime che la soffocava da un quarto di secolo. (Ticinonline)