Roma, Tony Effe, Mahmood e Mara Sattei: il caso del concerto di Capodanno
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Il concertone di Capodanno a Roma è diventato un gran pasticcio e il Campidoglio, a pochi giorni dall’evento, si ritrova senza artisti. Il primo, Tony Effe, è stato scaricato dallo stesso Comune che dopo averlo annunciato lo ha escluso per i suoi testi «misogini» e «violenti». Gli altri due, Mahmood e Mara Sattei, per solidarietà con il collega e condannando la censura del Campidoglio, hanno deciso di non prendere parte all’evento. (L'Unione Sarda.it)
Su altre fonti
Tony Effe, infatti, tramite la società Vivo Concerti il 30 e il 31 dicembre sarà al Palaeur, il palazzetto dello sport di Roma. (Today.it)
Solo che agli occhi del bambino anni Ottanta non arrivava la finzione: Hulk Hogan e André the Giant litigavano per una quisquilia pretestuosa, si insultavano a distanza per mesi e, talvolta, per interposta persona, poi finalmente si arrivava all’incontro di wrestling vero e proprio. (Il Sole 24 ORE)
TonyEffe farà il suo concerto di Capodanno al Palaeur. A quanto apprende l'Adnkronos la società Vivo concerti, che segue il trapper romano e organizza i principali eventi italiani, ha opzionato ad Eur spa (società che gestisce il Palaeur) le date del 30 e del 31 dicembre 2024. (La Stampa)
– “Il punto da cui partire non è quello di gridare alla censura ma capire quale è stato il vero errore dell’amministrazione romana: non tanto cancellare l’invito a Tony Effe quanto, precedentemente, pensare che questo trapper potesse calcare un palco così importante e istituzionale”: lo ha affermato Daniele Novara, pedagogista e autore di best seller, in merito all’esclusione di Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma. (Agenzia askanews)
“Il caso Tony Effe? Ho una preoccupazione: che alla fine ci sia una disparità di attenzione nei confronti di Tony Effe rispetto a tutti gli altri sanremesi”. “Tony Effe ora avrà un’esposizione mediatica fortissima: non vorrei che qualcuno si aspettasse da lui chissà cosa, magari un’opera completa stile Mozart, come ha detto Jovanotti a Belve”. (la Repubblica)