Strage di sciatori sulle Alpi: ignorate le allerte, tre morti e una tragedia annunciata
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Tre morti, quattro feriti e una ventina di scialpinisti travolti da valanghe tra Veneto e Valle d’Aosta. È questo il tragico bilancio della prima grande nevicata della stagione sulle Alpi, coincisa con un fine settimana che avrebbe dovuto regalare emozioni, non lutti. Due delle vittime, Elisa De Nardi e Abel Ayala Anchundia, sono state sepolte da una slavina domenica sotto la Forcella Giau, nelle Dolomiti Ampezzane, mentre un terzo sciatore ha perso la vita ieri sul ghiacciaio Presena, al confine tra Trentino e Lombardia. Una concatenazione di eventi che, nonostante le allerte meteo diffuse nei giorni precedenti, ha colto impreparati molti appassionati della montagna.
Marco Dalla Longa, scialpinista di Farra di Soligo, è uno dei sopravvissuti alla valanga di Passo Giau. Praticante di alpinismo da circa tre anni, ha assistito in prima persona al distacco della slavina che ha travolto i suoi compagni di escursione. Mentre scendeva il pendio, un’enorme massa di neve si è staccata, investendo il ghiaione dove si trovavano Elisa e Abel, poco più avanti di lui. “Io, sopravvissuto alla valanga”, racconta Marco, che ha tentato invano di salvare i due amici scavando a mani nude nella neve. “Quando si stacca una valanga, pochi metri o una manciata di secondi possono fare la differenza tra la vita e la morte”, ha dichiarato, visibilmente scosso. Purtroppo, i soccorsi arrivati sul posto non sono stati sufficienti a evitare il peggio.
Le salme di Abel, 38 anni, originario dell’Ecuador ma residente a Vittorio Veneto, e di Elisa, 40 anni di Conegliano, sono state restituite ai familiari lunedì, dopo le necessarie procedure legali. Una mesta consegna, che ha seguito i tragici eventi della giornata di domenica, durante la quale i due avevano perso la vita nonostante i tentativi disperati di Marco e dei soccorritori. Abel ed Elisa, legati da un’amicizia nata sulla passione per la montagna, sono stati travolti mentre osservavano Marco scendere dal pendio, ignari del pericolo imminente.
La tragedia di Forcella Giau non è stata l’unica a segnare il fine settimana. Sul ghiacciaio Presena, un altro sciatore ha perso la vita, portando a tre il numero delle vittime. Le condizioni meteorologiche, caratterizzate da abbondanti nevicate e venti forti, avevano già messo in allerta le autorità, che avevano diffuso avvisi per il rischio valanghe. Tuttavia, molti escursionisti hanno deciso di ignorare le raccomandazioni, spinti dalla voglia di approfittare delle prime nevicate della stagione. Una scelta che, in alcuni casi, si è rivelata fatale.
Le operazioni di soccorso, coordinate dai vigili del fuoco e dal Soccorso Alpino, sono state complicate dalle condizioni del terreno e dalla continua caduta di neve. Nonostante l’impegno dei soccorritori, che hanno lavorato incessantemente per raggiungere i travolti, il bilancio è stato pesante. Le valanghe, spesso sottovalutate da chi frequenta la montagna, hanno dimostrato ancora una volta la loro forza distruttiva, lasciando dietro di sé dolore e domande su quanto si sarebbe potuto fare per evitare questa strage.