Gino Cecchettin dopo l'arringa del legale di Turetta: «Mi sono sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata. La difesa è un diritto inviolabile entro un limite»
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Gino Cecchettin dopo l'arringa del legale di Turetta: «Mi sono sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata. La difesa è un diritto inviolabile entro un limite». Oggi, mercoledì 27 novembre, in un post su Instagram Gino Cecchettin ha commentato l'udienza di ieri del processo a Filippo Turetta, il 23enne di Torreglia che ha ucciso con 75 coltellate la figlia Giulia Cecchettin. Ieri era il giorno dell'arringa del difensore Giovanni Caruso. (ilgazzettino.it)
La notizia riportata su altri giornali
"La difesa di un imputato è un diritto inviolabile", scrive nel post aggiungendo "credo sia importante mantenersi entro un limite che è dettato dal buon senso e dal rispetto umano". Lo scrive su Facebook Gino Cecchettin in relazione all'udienza di ieri del processo per omicidio all'ex fidanzato della figlia in cui hanno parlato gli avvocati di Turetta. (Tuttosport)
Ha ascoltato la difesa di Filippo Turetta, attraverso le parole dei suoi avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, e si è sentito offeso Gino Cecchettin, papà di Giulia, la ragazza di 22 anni perseguitata e poi ammazzata dal suo ex fidanzato, l’11 novembre di un anno fa. (Il Mattino di Padova)
«La difesa di un imputato è un diritto inviolabile», scrive numiel post aggiungendo «credo sia importante mantenersi entro un limite che è dettato dal buon senso e dal rispetto umano». «Io ieri mi sono nuovamente sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata». (ilmattino.it)
«La difesa di un imputato è un diritto inviolabile, ma credo sia importante mantenersi entro un limite che, pur non essendo formalmente codificato, è dettato dal buon senso e dal rispetto umano» ha scritto Gino Cecchettin. (Vanity Fair Italia)
“Io ieri mi sono nuovamente sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata”. Lo scrive sui social Gino Cecchettin, papà di Giulia uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta, all’indomani dell’arringa difensiva pronunciata davanti alla corte d’Assise di Venezia. (Adnkronos)
L'uomo ha negato le aggravanti della premeditazione, della crudeltà e dello stalking, replicando al pm che ha chiesto l'ergastolo. "È stata uccisa con 75 coltellate, non è crudeltà questa?", ha detto la donna. (Fanpage.it)