È morto Philippe Daverio, storico e critico d’arte
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È morto questa notte all’istituto dei Tumori di Milano, lo storico e critico d’arte Philippe Daverio.
Specializzato in arte italiana del XX secolo, ha dedicato i suoi studi al rilancio internazionale del Novecento.
Tre le gallerie d’arte moderna da lui inaugurate: la prima, la Galleria Philippe Daverio, nel 1975 a Milano in Via Montenapoleone , dedicata all’arte italiana del XX secolo, nel 1986 la Philippe Daverio Gallery a New York, anch’essa rivolta all’arte del XX secolo, e nel 1989 una seconda galleria a Milano in Corso Italia, con uno spazio dedicato all’arte contemporanea. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri giornali
Fu allora che alcuni suoi protagonisti diventarono improvvisamente popolari, catapultati nelle case degli italiani dal talk show di Maurizio Costanzo come pittoreschi fenomeni da baraccone. (Il giornale dell'Arte)
Palazzo Muratori è rimasto al suo posto anche se continuava a piacere a pochi, come l’ex sindaco Emilio Tognoli. «Ormai ce l’avete – disse Daverio – E non è poi tanto orribile sebbene anche a me, messo lì, piaccia solo a metà. (Prima Treviglio)
In una delle puntate migliori di Passpartout, la trasmissione andata in onda sui Rai 3 dal 2001 al 2011, Philippe Daverio ha esibito tutto il suo repertorio. Di colleghi televisivi, considerate le numerose occasioni nelle quali Daverio ha partecipato a tante trasmissioni come ospite, oltre che da conduttore. (Il Fatto Quotidiano)
La sala sarà allestita nella sala della Passione, a Brera dalle 9.30 alle 18.30. (PRIMAPRESS) - MILANO - Si apre giovedì 3 settembre la camera ardente dello storico dell’arte e saggista Philippe Daverio (70) scomparso questa mattina mentre era ricoverato all’Istituto dei Tumori di Milano. (PrimaPress)
Era il 2005 ma Philippe Daverio ancora oggi è ben presente nella memoria collettiva dei biellesi che, attraverso quella spettacolare mostra-evento avevano imparato a conoscerlo. Da curatore di mostre e conduttore tv, con «Il filo della lana» Daverio era diventato l’«architetto» dell’evento e il coordinatore di un gruppo di 60 persone che erano in continuo fermento creativo. (La Stampa)
«Mi trattava come un fratello che faceva degli errori e cercava di consigliarmi come un padre, sempre col tono predicatorio di chi parla a uno scavezzacollo. Vittorio Sgarbi si sente l’ultimo dei critici d’arte pop dopo la scomparsa del quasi coetaneo Philippe Daverio (La Stampa)