La scadenza del 31 ottobre per il CPB è illegittima

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Fiscal Focus ECONOMIA

La scadenza del 31 ottobre per decidere se aderire o meno al Concordato preventivo e di conseguenza alla successiva sanatoria del per gli anni 20218 – 2022 è palesemente illegittima. La legge 212/2000 Statuto del Contribuente, che tutti conosciamo, al comma 2 prevede che “In ogni caso, le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore o dell’adozione dei provvedimenti di attuazione in esse espressamente previsti". (Fiscal Focus)

Su altre fonti

Quattro associazioni nazionali di commercialisti – Anc, Andoc, Fiddoc e Unico – hanno dichiarato sciopero dalla mezzanotte del 30 ottobre a quella del 7 novembre contro il rifiuto di concedere una proroga del termine del 31 ottobre 2024 per l’adesione. (Il Fatto Quotidiano)

(Labitalia) – “Per l’adesione al concordato preventivo biennale, l’Istituto nazionale revisori legali (Inrl) chiede al ministero dell’Economia ed all’Agenzia delle Entrate di rimodulare la scadenza prevista al 31 ottobre. (La Ragione)

La decisione, scrivono i professionisti, "è stata determinata dalle richieste rimaste inascoltate, pi&ugr… (L'HuffPost)

Pure i consulenti del lavoro chiedono più tempo per l’adesione al concordato: “Difficoltà aggravate dalle modifiche normative”

Manca solo la richiesta di ver… Il mio commercialista. (La Stampa)

Il concordato, introdotto con la L. E’ questa la richiesta avanzata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro con una lettera inviata il 16 ottobre scorso al Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e al Viceministro Maurizio Leo. (Consulenti del Lavoro)

Stessa richiesta già arrivata dai commercialisti – alcune associazioni hanno annunciato sciopero – e dai tributaristi ma respinta dal viceministro con delega al fisco Maurizio Leo, alle strette perché occorre sapere al più presto se dal discusso accordo tra partite Iva e fisco arriveranno risorse con cui allargare la flat tax e ridurre l’aliquota del 35% per “aiutare il ceto medio”. (Il Fatto Quotidiano)