Effetto Musk: tutti vogliono il ticket per salire sul carro di Trump

Effetto Musk: tutti vogliono il ticket per salire sul carro di Trump
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Orticalab ESTERI

Bezos è stato quello che lo ha capito per tempo proibendo ai redattori del Washington Post l’endorsement per Kamala Harris, adesso si stanno consegnando tutti i leader della Silicon Valley, uno ad uno, pagando l’obolo di un milione di euro a testa. È la cifra che Bezos, Zuckerberg, e il ceo di OpenAi Altman, e molti altri, hanno sborsato per finanziare la cerimonia di insediamento del 20 gennaio (che sarà preceduta da una prestigiosa cena con Melania e Donald il 19). (Orticalab)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Un secondo: al pari di Elon Musk, piuttosto attivo nelle vicende politiche della Germania e del Regno Unito, Zuckerberg si è scagliato contro l’Unione Europea. E che, appunto, stia cercando di ingraziarsi il Partito Repubblicano. (Corriere del Ticino)

È l'abbraccio definitivo alla retorica della libertà di espressione senza limiti portata avanti da Donald Trump e dal partito repubblicano, intesa anche come libertà di propalare senza ritegno bufale e fake news. (L'HuffPost)

Nei prossimi mesi si comprenderà quale dei due aspetti del nuovo potere sia destinato a usare, o essere usato, dall’altro (Il Sole 24 Ore premium)

BigTech e Donald Trump alleati nella partita per il potere

Dopo che il miliardario Elon Musk ha comprato il social Twitter/X e la sua aperta adesione al nuovo padrone degli Usa, il presidente eletto Donald Trump, altri miliardari vi si sono accodati. Jeff Bezos, patron di Amazon e Blue Origin (aerospazio) nonchè proprietario del Washington Post che - per capire - alla prima vignetta di questo giornale che lo mostra reverente verso Trump, ha fatto scattare la censura. (Aduc)

Addio lotta alle fake news, John Elkann nel board di Meta, «non vedo l’ora di lavorare» con il presidente: Zuckerberg si allinea a Trump, le piattaforme digitali sono tutte a destra. Starlink in Italia, per Salvini «un’opportunità», per Musk «è fantastico», l’opposizione si infuria (il manifesto)

A lungo considerate il bastione delle ideologie progressiste, queste realtà stanno rapidamente cambiando colore, con i rispettivi dirigenti che sembrano mettersi in fila per cercare il favore del Presidente eletto, nella speranza di accattivarsi i favori di un’Amministrazione che sarà mossa da una retorica conservatrice e autoritaria. (L'INDIPENDENTE)