La madre muore, la figlia accusa: «Lasciata 8 giorni su una barella»
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PALERMO — Se ne è andata a 76 anni dopo otto giorni di ricovero all’ospedale Ingrassia di Palermo, lasciata a lungo fra pronto soccorso, astanteria e corridoi trasformati in una bolgia infernale. «L’hanno lasciata morire dopo otto giorni, prima sulla barella dell’ambulanza, poi in uno stanzone con venti posti perché non avevano letti in Medicina e in altri reparti», si dispera e denuncia Romina Gelardi, la figlia di Maria Ruggia, la pensionata vittima di un caso che per l’intera famiglia è un tassello del disastro sanità. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri media
“Ho chiesto scusa a mia madre per averla portata al pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia. Io mi sono sentita in colpa perché penso che noi siamo responsabili anche delle scelte che facciamo, quindi io ho scelto questo ospedale, anche se in verità l’ospedale è più vicino, quindi io per me un ospedale vale l’altro perché dovrebbe, penso, essere così. (BlogSicilia.it)
I parenti sostengono che non sia stata valutata la sua condizione e che in corsia la donna sia sta vittima di uno shock settico. (Fanpage.it)
Finisce in Procura il caso di una donna di 76 anni originaria di Menfi, nell'Agrigentino, morta all'ospedale Ingrassia di Palermo dopo essere stata tenuta su una barella del pronto soccorso per 8... (Virgilio)
'Maria Ruggia è morta in ospedale, esattamente nell'ospedale Ingrassia. L'hanno lasciata su una barella del pronto soccorso dal 10 dicembre al 18 dicembre. (Virgilio)
“Hanno lasciato mia madre su una barella dal 10 dicembre al 18 dicembre. Solo il 19 è stata trasferita a Medicina generale, quando stava già malissimo. Ma ormai era troppo tardi. Il 20 dicembre è morta. (Grandangolo Agrigento)
La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta, l’Azienda sanitaria provinciale da cui dipende l'ospedale si è attivata con un’indagine interna. La polizia ha sequestrato la cartella clinica e la salma di una donna di 76 anni sarà trasferita all’istituto di Medicina legale per l’autopsia. (ilmessaggero.it)