Cinema rifiuta film su Liliana Segre "per paura": chi è il gestore dell'Orfeo di Milano che teme contestatori
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Un cinema di Milano ha detto “no” alla proiezione del docufilm Liliana, dedicato alla senatrice a vita Liliana Segre. La motivazione è la paura legata alla sicurezza. La decisione non è piaciuta a diversi, tra politi e famigliari della senatrice. Il gestore ha però spiegato i motivi del rifiuto. Il cinema dice "no" a Segre: perché Chi è il gestore La situazione in Italia Il cinema dice “no” a Segre: perché La decisione di non concedere la sala del cinema Orfeo di Milano per la proiezione del docufilm Liliana è stata motivata dal gestore Felice De Santis. (Virgilio Notizie)
La notizia riportata su altre testate
Un gesto che infonde speranza dopo il dietrofront del cinema Orfeo che invece ha rifiutato di accogliere la pellicola in sala. Il Cinema Ducale di piazza Napoli proietterà il docufilm “Liliana“ dedicato alla storia della senatrice a vita Liliana Segre, in contemporanea in tutte le sue quattro sale, per mille studenti della zona il prossimo 27 gennaio. (IL GIORNO)
«Non entro nel merito… Arriva da tutti i fronti la solidarietà a Liliana Segre contro decisione del cinema Orfeo di non proiettare, per paura di contestazioni, il film del regista Ruggero Gabbai sulla storia della senatrice a vita. (La Repubblica)
Tema: cosa dovrebbe dire Liliana Segre su quanto sta succedendo a Gaza? Dovrebbe condannare? Il 9 ottobre tre giovani democratici del Circolo dei Giovani democratici Milano metropolitana si preparano allo svolgimento. (Corriere Milano)
Tutte in piedi, le 1220 persone invitate per la prima proiezione pubblica milanese del lungometraggio “Liliana” (nelle sale da gennaio) firmato dal regista Ruggero Gabbai, che sulla senatrice a vit… E questa sera è stato un omaggio particolarmente lungo e intenso quello al Teatro Dal Verme. (La Repubblica)
Strisciante, per ora nelle nostre città; già conclamato e violento altrove. E nell’indifferenza generale, ovviamente. (il Giornale)
Come non lo è stato per i suoi tre figli crescere con due genitori “sopravvissuti”. Il documentario Liliana di Ruggero Gabbai, presentato al Festival del cinema di Roma, in sala al Teatro Dal Verme di Milano il 12 novembre e destinato a un passaggio televisivo sulla Rai, si concentra per la prima volta in particolare su questo aspetto: come ha influito sulla vita dei tre figli (e successivamente dei tre nipoti) la consapevolezza che la madre aveva subito un orrore così indicibile, quanto di quel trauma si è inciso anche sulla loro pelle, come quel numero tatuato sul braccio che per molti anni della loro infanzia era qualcosa di misterioso di cui sapevano solo che «l’avevano fatto alla mamma degli uomini cattivi». (Famiglia Cristiana)