Il governo cede alle Regioni (e alla Lega) e modifica il decreto sulle liste d'attesa

Il governo cede alle Regioni (e alla Lega) e modifica il decreto sulle liste d'attesa
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Today.it INTERNO

Marcia indietro del governo Meloni sul controverso decreto sulle liste d'attesa. Tre le proposte di modifica presentate dal relatore in commissione Affari Sociali del Senato riscrivono l'articolo 2 del provvedimento, avversato dalla Lega e dalle Regioni. Ora la discussione si sposta nell'aula di Palazzo Madama, dove l'esecutivo ha annunciato che non porrà la questione di fiducia. L'articolo contestato dalle Regioni "L’accordo è stato chiuso - ha dichiarato il presidente della commissione, Francesco Zaffini - e lo spirito è stato quello di trovare un punto di incontro con la Conferenza delle Regioni, per consentire che lo Stato faccia il suo dovere, cioè controlli i flussi di spesa in modo tale che possano determinare risposte per i cittadini, specialmente quando appartengono a una particolare categoria, cioè quella di cittadini fragili che aspettano prestazioni sanitarie". (Today.it)

Ne parlano anche altre testate

“Bene per tutte le Regioni che sia cambiato l’articolo 2 del decreto sulle liste d’attesa”, quello sull’organismo di controllo diretto sulle Asl mentre “sull’efficacia del decreto” per molte Regioni “persistono criticità”. (AltaRimini)

Sulle liste d’attesa il Carroccio mantiene l’emendamento che cancella il controllo centralizzato, architrave del decreto che martedì va al voto di Palazzo Madama. Alla vigilia dell’approdo in aula, arriva anche la possibile convergenza del Pd. (L'HuffPost)

"Il governo -accusa- lavora nella direzione di smantellare la sanità pubblica". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, nel corso di una conferenza stampa in Senato, sul dl Sanità. (Civonline)

Dl sanità: Zaffini (Fdi), 'da opposizione atteggiamento sorprendente'

La più importante di queste riguarda proprio il secondo articolo, che prevede la possibilità pe… Il governo ieri ha preparato un emendamento all’articolo 2 del discusso provvedimento, preso di mira dalle Regioni che la settimana scorsa hanno dato parere negativo alla sua approvazione con una serie di osservazioni. (la Repubblica)

In Alpi, cioè sempre in ospedale ma come prestazione sanitaria in regime di libera professione e quindi con spese totalmente a carico del paziente, c'è bisogno di un mese di tempo (31 giorni di attesa), cioè cento giorni in meno. (quotidianodipuglia.it)

“Sorprende l’atteggiamento dell’opposizione riferito al dibattito sulle liste di attesa. (Civonline)