"Spesso buono oltre…": cosa vuol dire la nuova dicitura di scadenza contro lo spreco alimentare
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Non possiamo più sprecare il cibo, questo è ormai chiaro alla maggior parte delle persone, anche se meno chiaro è come riuscire a farlo. Infatti, tra le cose più complicate, a parte le brutte abitudini, c’è quella di capire quando davvero un cibo è da buttare. Scadenza cibi: è davvero quella giusta? Spesso, infatti, la data di scadenza riportata sulla confezione non è completamente corretta, nel senso che quel cibo potrebbe durare ancora un po’. (Io Donna)
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CHI PAGA ADUC Le intenzioni sono buone, ma il risultato lascia molto a desiderare. Per diminuire gli sprechi alimentari, la Commissione europea ha presentato (1) una proposta di revisione delle norme sulla data di scadenza: aggiungere in etichetta la dicitura ‘Spesso buono oltre’. (Aduc)
– Indicare in etichetta la frase “spesso buono oltre” da aggiungere alla dicitura attuale “da consumare preferibilmente entro” è la proposta della Commissione Europea contenuta in una bozza di regolamento delegato con l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari. (Agenzia askanews)
Quasi trenta chili di cibo all'anno, per ogni persona: significa più di un quintale di cibo, in una famiglia di quattro persone: è l'enorme quantità di alimenti che buttiamo nella pattumiera, spesso semplicemente seguendo in maniera errata le istruzioni riportate sulla confezione rispetto alla data di scadenza. (Vanity Fair Italia)
Indicare in etichetta la frase “spesso buono oltre” da aggiungere alla dicitura attuale “da consumare preferibilmente entro” è la proposta della Commissione Europea contenuta in una bozza di regolamento delegato con l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari. (MeteoWeb)
Inserire in etichetta sui cibi la frase "spesso buono oltre" da aggiungere alla dicitura attuale "da consumare preferibilmente entro". E' la proposta della Commissione Europea contenuta in una bozza di regolamento delegato con l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari. (Adnkronos)
Si tratta di una specifica per il cosiddetto “termine minimo di conservazione”, in italiano “da consumarsi preferibilmente entro” (best before, nella dizione inglese). In effetti molti prodotti alimentari confezionati - pensiamo alla pasta, ai biscotti, allo scatolame - se adeguatamente conservati possono essere consumati anche oltre il termine indicato sulla confezione. (L'HuffPost)