Relazioni preventive. Il senso della visita-lampo di Giorgia Meloni negli Stati Uniti

Relazioni preventive. Il senso della visita-lampo di Giorgia Meloni negli Stati Uniti
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Avvenire INTERNO

La brevissima visita a sorpresa di Giorgia Meloni al quartier generale del presidente americano entrante, a poche ore dall’arrivo in Italia del presidente uscente, e a due settimane dal passaggio di consegne tra i due, è stato un esercizio di alto equilibrismo diplomatico, i cui frutti si vedranno sul medio periodo. Bisognava comunque salvare le apparenze, anche se per quattro anni non ci si dovrà più preoccupare dei democratici Usa, nell’urgenza di fare un passo in avanti nel caso di Cecilia Sala. (Avvenire)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Il professor Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica di Milano, dice che l’incontro tra Donald Trump e Giorgia Meloni a Mar-a-Lago ha avuto due funzioni ben precise: "Da una parte l’interesse della premier italiana ad accreditarsi come l’interlocutrice privilegiata di Trump in Europa. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Che sarà a Roma tra 4 giorni. Quindi massimo riserbo sul contenuto dei colloqui, ed enfasi concentrata sul valore della visita per il rafforzamento dei rapporti personali tra Giorgia Meloni e il futuro presidente. (Corriere della Sera)

Intestarsi un rapporto politico e ormai anche personale con Donald Trump. Da spendere in Europa quando servirà - sui dazi, le spese Nato, le trattative per la guerra in Ucraina - ma anche in casa con gli alleati che cercano l’investitura trumpiana: leggasi Matteo Salvini. (ilmattino.it)

Il governo della «sovrana» sudditanza

Due istantanee, provenienti entrambe dagli Stati Uniti. Una mostra il Presidente uscente, Joe Biden, abbracciare il Presidente del Consiglio italiano dopo un incontro alla Casa Bianca. La seconda, di poche ore fa, mostra la stessa Giorgia Meloni ricevuta, primo e unico leader europeo, nella residenza del Presidente designato, Donald Trump, a Mar a Lago. (il Giornale)

L'aereo della premier è decollato nella mattinata di sabato poco dopo le 11 da Roma; dopo una scalo tecnico all'aeroporto internazionale di Shannon, in Irlanda, ha ripreso il viaggio che questa notte lo porterà negli Stati Uniti (Corriere della Sera)

Se qualcuno aveva immaginato un cipiglio di autonomia politica nel viaggio lampo di Meloni da Trump rimarrà deluso, anche perché la sostanza profonda di quel viaggio non sembra essere stata la liberazione della giornalista Cecilia Sala sequestrata in Iran, tutt’al più l’occasione, nonostante la versione interessata arrivata da Mar-a- Lago di una presunta “aggressività” rappresentata dalla premier italiana sulla grave vicenda. (il manifesto)