Giubileo della speranza, migranti come pellegrini
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Il Giubileo della speranza, inaugurato con una cerimonia di apertura diocesana a Massa, ha visto centinaia di fedeli partecipare a un lungo corteo che si è snodato dal centro della città, dalla chiesa di San Sebastiano fino alla Cattedrale. Il vescovo Cipolla ha sottolineato come il Giubileo, collegando il concetto di pellegrinaggio a quello della speranza, ci àncora alla fede in Gesù, liberandoci da ogni turbamento e paura. Anche i migranti, ha affermato, sono pellegrini di speranza, proprio come lo erano gli emigranti italiani alla fine dell'Ottocento.
A Caserta, il vescovo Lagnese ha aperto le Porte sante, esortando i fedeli a essere portatori di speranza. Citando le parole di Pietro nella Lettera ai Romani, "Spes non confundit" (la speranza non delude), ha spronato la comunità cristiana locale al coraggio, in linea con il motto del Giubileo "Pellegrini nella Speranza" ("Peregrinantes in Spem" nella versione ufficiale latina).
Anche a Pavia, i cattolici hanno celebrato l'avvio del Giubileo con una processione, ritrovando la speranza e dando senso a un presente segnato da guerre, indifferenza e disillusione. Il vescovo Corrado Sanguineti ha ricordato come tutti noi siamo pellegrini di speranza, uniti nella comune e umana fragilità, e ha invitato a riscoprire una nuova libertà e speranza che solo Dio può infondere.
In questo contesto, il Giubileo della speranza si presenta come un'occasione per riflettere sulla nostra condizione di pellegrini, sia perché siamo chiamati a seminare speranza, sia perché noi stessi ne siamo mendicanti.