Proselitismo terrorista e gestione di locali a Monfalcone: giovane turco tra gli arrestati
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Non solo in rete attraverso i social ma anche nei locali che gestiva a Monfalcone e dove sembrerebbe volesse fondare una moschea. Mentre le indagini dei Ros e della Procura Antiterrorismo continuano – a quanto si apprende dall’Ansa – tra i cinque arrestati nelle prime ore della vigilia di Natale nel capoluogo emiliano, ci sarebbe un 27enne. Lo ricordiamo, l’arresto è stato convalidato a seguito di una complessa indagine condotta dalla Procura emiliana sotto il coordinamento della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, con l'accusa di far parte a vario titolo di un'associazione terroristica dedita alla propaganda pro "Al Qaeda" e "Stato Islamico", guidata da una ragazza pachistana residente a Bologna (Il Goriziano)
Ne parlano anche altri giornali
C'è anche una 18enne di origine algerina, nata e cresciuta a Spoleto, tra i soggetti arrestati per aver costituito e fatto parte di un'associazione terroristica dedita alla promozione, al... (Virgilio)
Cinque giovani di origine straniera residenti a Bologna, Milano, Udine e Perugia sono ritenuti, a vario titolo, responsabili di avere costituito un'associazione terroristica dedita alla promozione, al consolidamento e al rafforzamento delle formazioni terroristiche denominate "Al Qaeda" e "Stato Islamico". (La Repubblica)
Il terrorismo, quindi, era "una scelta totalizzante e da perseguire anche a costo di alterare in modo incisivo il proprio stile di vita". Non ha dubbi il gip Andrea Salvatore Romito, che nell’ordinanza ha accolto le richieste dei pm Morena Plazzi e Stefano Dambruoso e ha disposto il carcere per un gruppo di cinque ragazzi under 30 dedito al proselitismo e alla propaganda del terrorismo di matrice islamica e che inneggiava al martirio e alla guerra santa. (il Resto del Carlino)
Come tanti suoi coetanei, voleva fare l’influencer. Per farlo, aveva creato decine di profili sui social, in particolare TikTok, Instagram e X, dove postava contenuti, anche in italiano, inneggianti al martirio e dove voleva fare proseliti da inviare su luoghi di battaglia e addestramento delle milizie jihadiste. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Giovanissimi, bravi con i social, specialmente su TikTok, ed estremamente religiosi. Questi i profili, riportati da Ansa, che emergono dal gruppo “Da’wa” (La chiamata), per cui la Procura di Bologna coordinata dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, ha effettuato cinque arresti in quattro regioni diverse in Italia. (Open)
Video sui social, TikTok ma non solo, che mostravano la "trasformazione" secondo i dettami dell'Islam, così come inculcati dalla sorella maggiore, ispirati alla Jihad. BOLOGNA. (La Stampa)