Cop29 sul clima, tra chi punta i piedi sul fossile ai contentini sui fondi: la battaglia per trovare un accordo (che rischia di saltare)

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Il Fatto Quotidiano ESTERI

Da anni non si rischiava che una Conferenza delle Parti sul clima finisse con neppure uno straccio di accordo, ma è accaduto. L’Arabia Saudita punta i piedi sui combustibili fossili, altri petro-Stati agiscono dietro le quinte e i Paesi meno sviluppati del mondo tengono duro, pretendendo di avere voce in capitolo sui finanziamenti. La Cop29 di Baku, in Azerbaigian sarebbe dovuta finire venerdì 22 novembre ma, anche dopo una notte di negoziati, il compromesso raggiunto da Unione europea, Giappone, Canada, Australia e Cina non è arrivato oltre i 300 miliardi di dollari all’anno dai Paesi industrializzati al 2035, 50 in più rispetto alla bozza di venerdì, definita uno ‘sputo in faccia’ ai paesi poveri. (Il Fatto Quotidiano)

Su altre testate

Un mini-accordo oggi sembra possibile, seppure non ancora scontato, sul nuovo fondo di aiuti climatici ai paesi in via di sviluppo rispetto alla dote precedente (che ammontava a 100 miliardi di dollari l'anno partendo nel 2025 ), con i Paesi industrializzati nel ruolo di leader nella mobilitazione. (ilmessaggero.it)

BAKU. Nella notte azera sono continuate le trattative per dare un lieto fine alla 29ª Conferenza Onu sul clima, quest’anno dedicata soprattutto, ma non solo, alla finanza. Al denaro necessario perché quei Paesi che non hanno risorse possano attrezzarsi per ridurre le emissioni di gas serra e per fronteggiare le conseguenze del riscaldamento globale. (la Repubblica)

Cop 29 a Baku, la conferenza Onu sul clima: la plenaria si blocca, i Paesi in via di sviluppo lasciano l’aula

Gli esperti temono che questi meccanismi consentano ai Paesi di dichiararsi più virtuosi di quanto non siano in realtà, creando un “greenwashing” su larga scala. Questa opzione era prevista dall’articolo 6.2 dell’Accordo di Parigi del 2015, la pietra miliare dell’azione globale per il clima; la decisione di sabato la rende effettiva. (RSI Radiotelevisione svizzera)

E ancora: "Le persone al potere stanno ancora per concordare una sentenza di morte per un numero sconfinato di persone, le cui vite sono state o saranno rovinate dalla crisi climatica. (QuiFinanza)