Roberto Benigni e il sogno dell’Europa: un monologo che conquista la tv
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Roberto Benigni, con il suo spettacolo Il Sogno, trasmesso mercoledì sera su Rai 1 e disponibile su RaiPlay, ha riportato in scena una formula che sembrava dimenticata: quella del monologo televisivo, capace di mescolare comicità e riflessione civile. In un’epoca in cui la televisione spesso predilige format complessi e costosi, Benigni ha scelto la semplicità: un uomo solo, in abito scuro e camicia sbottonata, davanti a una scenografia essenziale ma elegante, curata da Chiara Castelli. Le luci, sobrie ma efficaci, e la regia di Stefano Vicario, che ha alternato inquadrature sapienti senza mai cadere nella ridondanza, hanno fatto il resto.
Lo spettacolo, della durata di due ore e un quarto senza interruzioni pubblicitarie, ha mantenuto un ritmo serrato. Dopo i primi quindici minuti di monologo comico, tipico dello stile di Benigni, il tono è cambiato, trasformandosi in un’orazione civile sull’Europa, la guerra e la pace. Un tema che, sebbene non nuovo, è stato trattato con una passione e una chiarezza che hanno lasciato il segno. La scelta di dedicare gran parte dello spettacolo a questi argomenti non è casuale: in un momento di tensioni internazionali e di dibattiti accesi sul ruolo dell’Italia nell’Unione Europea, Benigni ha offerto una riflessione che, pur senza schieramenti espliciti, ha fatto discutere.
I numeri parlano chiaro: 4,4 milioni di telespettatori, con uno share del 28.1%, hanno seguito la diretta su Rai 1. Lo spettacolo, trasmesso anche in Eurovisione e su Radio 2, ha raggiunto un pubblico vasto e diversificato. Non solo: la richiesta di rivedere lo spettacolo su RaiPlay è stata tale da spingere molti a chiedersi come accedere alla piattaforma. «Voglio far risentire Benigni ai miei studenti», ha commentato un insegnante in un bar, sottolineando l’impatto educativo del monologo.
C’è chi ha visto in Il Sogno una risposta, più o meno velata, al governo di centrodestra e alla retorica sovranista di Giorgia Meloni. La piazzata rossa romana di qualche giorno prima, con i suoi richiami all’Europa unita, sembrava quasi trovare un’appendice televisiva nello spettacolo di Benigni. Ma al di là delle interpretazioni politiche, ciò che emerge è il talento di un artista capace di parlare al pubblico senza filtri, con una sincerità che raramente si vede in televisione.