Delmastro smonta la riforma Nordio, nuovo scontro nel governo

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INTERNO

Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, ha gettato benzina sul fuoco di un dibattito già incandescente, criticando apertamente la riforma della giustizia voluta dal ministro Carlo Nordio. In un’intervista rilasciata al Foglio, Delmastro ha definito “un errore strategico” la proposta di creare un doppio Consiglio superiore della magistratura (Csm) per le procure, aggiungendo che l’unico aspetto positivo della riforma è il sorteggio dei membri togati. Una presa di posizione che, oltre a minare la credibilità del governo, ha scatenato reazioni a catena, con le opposizioni che chiedono a gran voce le sue dimissioni.

Le parole di Delmastro, che in passato è stato condannato in primo grado per rivelazione di segreto d’ufficio, hanno avuto l’effetto di una bomba. Non solo perché hanno messo in luce divisioni interne alla maggioranza, ma anche perché hanno confermato i timori dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), secondo cui la separazione delle carriere rischia di assoggettare i magistrati al controllo del governo. Nonostante il tentativo di Delmastro di ridimensionare le sue affermazioni, definendole “ragionamenti in un colloquio informale”, l’audio dell’intervista, pubblicato sui social, ha reso impossibile qualsiasi retromarcia.

La riforma, che punta a separare le carriere dei magistrati giudicanti da quelli requirenti, è da mesi al centro di un acceso dibattito. Nordio, sostenuto dalla maggioranza, la considera un passo necessario per garantire maggiore indipendenza e trasparenza. Tuttavia, le critiche di Delmastro hanno fatto emergere un malcontento diffuso, non solo tra le opposizioni ma anche all’interno dello stesso esecutivo. Il sottosegretario, infatti, ha di fatto affossato la proposta del suo ministro, alimentando il sospetto che l’obiettivo reale della riforma sia quello di ridurre l’autonomia della magistratura.

Intanto, a via Arenula, il ministero della Giustizia vive un clima teso. Le dichiarazioni di Delmastro hanno trasformato un venerdì qualunque in una giornata da incubo, costringendo il governo a fare i conti con una nuova crisi. Le opposizioni, dal canto loro, non hanno perso tempo: oltre a chiedere le dimissioni del sottosegretario, hanno accusato la maggioranza di voler piegare la giustizia agli interessi del potere esecutivo.