Adolescence, Andrew Tate e gli Incel: tutto sulla sottocultura maschile nata sui social
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La nuova miniserie Netflix Adolescence, creata da Jack Thorne e Stephen Graham, offre uno sguardo crudo sulla vita adolescenziale, partendo dal racconto di un 13enne accusato di omicidio e sfruttandolo per parlare di temi e fenomeni attuali come la misoginia online e la cultura incel. Ma di cosa si tratta e chi è quell’Andrew Tate che ad un certo punto viene citato nella serie? La serie del momento – della quale potete leggere la nostra recensione – segue le vicende di Jamie Miller, accusato dell’omicidio della compagna di classe Katie Leonard. (Best Movie)
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Alla fine delle quattro puntate di Adolescence, tornano in mente tre parole e un concetto che l’autrice Hannah Arendt ha espresso per riassumere l’andamento del processo per crimini di guerra a carico del funzionario nazista Adolf Eichmann, nel 1961. (Best Movie)
Più che sullo sviluppo del caso, la serie si concentra su altre questioni: le reazioni dell'accusato al suo arresto, le sue emozioni nei primi mesi di reclusione, quelle dei membri della sua famiglia e della comunità a confronto con la brutalità e la violenza messa in atto dal ragazzo, figlio di lavoratori, preda di una furia che fa luce sulle problematiche della società contemporanea e su come queste impattano sugli adolescenti. (Sky Tg24 )
Ogni tanto, quando si è persa la speranza, ecco che su Netflix sbuca qualche progetto veramente degno di nota, uno di quelli di grande qualità e che mette d’accordo un po’ tutti. Questo è accaduto e sta avvenendo con Adolescence, miniserie britannica di quattro episodi, che non fa altro che ricevere pareri positivi. (Artribune)
Con ognuno dei quattro episodi girato interamente in piano sequenza, la miniserie creata da Jack Thorne e Stephan Graham, che ne è anche interprete, fa immergere lo spettatore in una storia alla quale è impossibile restare indifferenti, invitando alla riflessione su temi profondamente attuali (Sky Tg24 )
La prima volta che ho sentito la parola Incel è stato quando una ragazza sotto ad un mio post che raccontava di come Elena, la sorella di Giulia Cecchettin fosse stata nominata donna dell’anno, definiva dei ragazzi che avevano scritto commenti, misogini e insultanti, in merito a quell'avvenimento. (DiLei)
Uno dei primi esempi sia di piano sequenza che, insieme, di finto nella storia del cinema è il Nodo alla gola del 1948 del maestro Alfred Hitchcock: undici piani sequenza che, verso il finire della scena, cercavano ogni volta un elemento su cui staccare e poi riprendere per fare credere che la macchina stesse continuando a girare e a muoversi. (Vanity Fair Italia)