Due ragazze uccise da chi non accetta un no, a Roma e Messina gli assassini hanno confessato
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DUE RAGAZZE, UNA STORIA COMUNE Sara e Ilaria. Entrambe studentesse fuori sede. Accomunate anche dall’età, 22 anni, e da un destino atroce: chi le corteggiava, chi diceva di amarle, le ha uccise; con brutalità. Incapaci di accettare un NO. Dopo aver cercato di fuggire e di depistare, una volta braccati gli assassini hanno confessato. A Messina Stefano Argentino, 27 anni, ha ammesso di aver ucciso Sara Campanella: lui aveva una sorta di ossessione nei suoi confronti, lei non ricambiava questo interesse. (rtl.it)
La notizia riportata su altre testate
“Noi non sapevamo che era perseguitata – scrive Cetty Zaccaria -, lei pensava coraggiosa di gestire il suo NO!, perché non era niente per lei, non stavano insieme, lei voleva solo che la lasciasse stare, voleva vivere e sognare e laurearsi. (lasiciliaweb)
"Tenetevi sempre stretto chi vi ama e amatelo alla follia, la vita può cambiare in un batter d'occhio", ha scritto su Instagram Antonino, residente a Palermo. "Ciao piccola mia. Ti amerò per sempre, te l'ho promesso ricordi?", chiosa il messaggio. (Tgcom24)
Sono le 17.05 di lunedì 31 marzo, il 27enne non perde mai di vista la collega con cui ha frequentato l’ultima lezione al corso di Tecniche di laboratorio biomedico. Nei frame ripresi dalla telecamera del Policlinico di Messina dove entrambi studiavano si vede Argentino camminare tranquillo con lo zaino in spalla. (Libero Quotidiano)
Stamane, nel carcere di Messina, l'interrogatorio di garanzia di Stefano Argentino, il 27enne di Noto fermato per l'omicidio della 22enne Sara Campanella, uccisa con due coltellate dopo un inseguimento e una drammatica discussione. (La Stampa)
Prima notte in carcere per Stefano Argentino, 27enne di Noto, accusato di aver ucciso la sua compagna di università di Messina, la 22enne Sara Campanella, aggredendola in pieno giorno per le strade nei pressi dello stadio lo scorso lunedì. (Il Gazzettino)
I carabinieri del comando provinciale l'hanno trovato nascosto in una casa della sua famiglia a Noto, nel Siracusano. (Il Gazzettino)