Tajani: "Nostri militari non sono Hezbollah. No a bombe contro Onu"

Tajani: Nostri militari non sono Hezbollah. No a bombe contro Onu
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"La situazione è peggiorata, ma i nostri militari non corrono rischi gravi e rimarranno là. Ci sono stati episodi inaccettabili che non devono più ripetersi. Mandiamo un messaggio forte a tutti: i nostri militari non si toccano. Israele non ha aperto il fuoco solo una volta e abbiamo protestato ripetutamente, con forza, con i ministeri di Esteri e Difesa", ha dichiarato a La Stampa il ministro degli Esteri Antonio Tajani (Tiscali Notizie)

Se ne è parlato anche su altri giornali

È una delle immagini simbolo del Med9. Con due tragiche guerre che minacciano la sicurezza dell’Europa, gli attriti politici e personali a volte passano in secondo piano. (Corriere della Sera)

“Anche il governo italiano ovviamente sta seguendo con grande attenzione la situazione del contingente in Libano. I militari italiani impegnati nella missione Onu e in quella bilaterale, Mibil, prestano un’opera ovviamente fondamentale, preziosa per la stabilizzazione dell’area. (LAPRESSE)

La comunità internazionale si indigna, ma forse ancora non abbastanza. Sassari Israele attacca ancora le postazioni Unifil in Libano e la Brigata Sassari si trova nuovamente sulla linea del fuoco. (La Nuova Sardegna)

Contingente Unifil, un dilemma per il governo: ridurlo o spostarlo. Le due opzioni da valutare

Libano, Tenenti (Unifil): importante che sventoli la bandiera Onu 12 ottobre 2024 (Il Sole 24 ORE)

Il ministero della Difesa ha smentito ieri la notizia di un nuovo attacco israeliano, il terzo, alla base italiana Unifil di stanza in Libano. Guido Crosetto, titolare del dicastero di via XX Settembre, ha però ribadito che qualsiasi nuovo tentativo di Israele di costringere i militari italiani della forza di interposizione Onu a lasciare il paese dei Cedri, non avrà esito. (Italia Oggi)

L’esecutivo si trova adesso sulla linea di fuoco tra Israele ed Hezbollah, consapevole che al momento «una soluzione non c’è» e che «bisogna sbrigarsela da soli». Perché, come dice un autorevole ministro, «in Medio Oriente sono saltati tutti gli equilibri, proprio nel bel mezzo di un vuoto di potere internazionale»: con il presidente americano a fine mandato, con il dittatore russo impegnato sul fronte ucraino, con l’Onu che misura la sua irrilevanza e con l’Europa che come al solito ha il telefono staccato. (Corriere Roma)