Analisi. Austerità, mania dell'export, stipendi bassi: quel che l'Europa deve lasciare
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L’Europa deve cambiare in fretta il suo modello economico, perché se spera di tornare a crescere riproponendo le ricette che l’hanno portata al successo il secolo scorso allora finirà male. La sintesi – brutale – del discorso che Mario Draghi ha tenuto domenica al Center for Economic Policy Research di Parigi sta tutta qui. A questo simposio di economisti, il più importante evento di questo tipo in Europa, Draghi ha fatto un passo in avanti rispetto al Piano per la competitività presentato a settembre: in quel dettagliato e ampio report, chiesto dalla Commissione europea, l’ex presidente della Bce e presidente del Consiglio ha evidenziato le aree in cui l’Europa deve intervenire per riuscire a ripartire (essenzialmente l’innovazione, la competitività sostenibile, la riduzione della dipendenza dall’estero) e ha indicato come fare; domenica, invece, Draghi è andato più in profondità sulle cause della crisi attuale. (Avvenire)
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L'EDPS smaschera la Commissione Europea per il trattamento illegittimo di dati personali su X, rivelando una grave violazione delle norme sulla protezione dei dati attraverso tecniche di targeting discriminatorie e prive di base giuridica (Agenda Digitale)
Ecco perché è gravissimo e cosa apprendiamo (Agenda Digitale)
Diciamolo subito: Mario Draghi ha ragione, l’Unione europea s’è incartata per decenni in un modello che è insieme anti-popolare e autolesionista. (Il Fatto Quotidiano)
invece d’analizzare la realtà. Così come fece con le folli teorie sul cambiamento climatico.L’Accademia dei Lincei non è più quella dei tempi non dico di Galileo Galile... (La Verità)
E come sempre bisogna constatare che non modifica il suo tono oracolare nonostante che, del modello economico fin qui adottato, proprio lui sia stato un pilastro autorevole anche sul piano operativo (otto anni alla presidenza della Bce, nonché un passaggio rilevante da primo ministro italiano. (Contropiano)
Uno è quello della legge di stabilità “povera”, che Giorgetti da oggi a venerdì, giorno della prevista approvazione alla Camera, per poi ottenere prima della fine dell’anno quella definitiva … (La Stampa)