Sechi e Cecilia Sala: altro che libertà di stampa, si chiama politica degli ostaggi
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Teheran non è Mosca, ma lo scenario ha tutti gli elementi di un romanzo di John le Carré: la sfida tra potenze, il trasferimento di informazioni e tecnologia per scopi bellici, la guerra, una donna innocente che finisce in una vicenda dove la partita è quella tra il Bene e il Male. È una storia che non ha niente a che fare con la libertà di stampa, l’arresto di Cecilia Sala, ora dopo ora, sta assumendo un’altra dimensione: è un sequestro di persona. (Liberoquotidiano.it)
Ne parlano anche altri media
Non solo Cecilia Sala. Arrestando … (Il Fatto Quotidiano)
Fariborz Kamkari, regista, sceneggiatore e scrittore iraniano-italiano di 53 anni, è stato prigioniero quando ne aveva 16 per sei mesi nel carcere a nord di Teheran dove è in isolamento Cecilia Sala. Per punizione sono stato spedito nella sezione adulti ed è stata la mia fortuna, perché nel reparto minorile si veniva stuprati nelle prime ventiquattro ore. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Dovevo realizzare un reportage sulla fossa comune di Khavaran, alla periferia di Teheran, dove si trovano i resti di centinaia di prigionieri politici giustiziati nel 1988 e dove, da allora, madri e mogli piangono i loro morti senza tomba. (La Stampa)
Miracolate sioniste e spie ebree con la passione C'è anche chi riesce a esultare per l'arresto di Cecilia Sala: ci riesce l'ineffabile Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini. (Secolo d'Italia)