Perché in Italia avere l'Ozempic è più difficile che in America
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Ozempic è il nome commerciale della semaglutide, un farmaco iniettabile sviluppato inizialmente per il trattamento del diabete di tipo 2. Negli ultimi anni ha guadagnato notorietà per un “effetto collaterale” molto richiesto: una marcata perdita di peso, dovuta alla sua azione di rallentamento dello svuotamento gastrico e riduzione dell’appetito. Il successo è stato tale da spingere la casa produttrice, Novo Nordisk, a lanciare una versione specificamente indicata per il trattamento dell’obesità: Wegovy, anch’esso a base di semaglutide, ma con dosaggi più elevati e indicazioni differenti. (Esquire Italia)
Se ne è parlato anche su altri giornali
I risultati, presentati al congresso dell’American College of Cardiology, confermano che questo agonista GLP-1 rappresenta un punto di svolta nella prevenzione cardiovascolare. Due importanti studi internazionali su oltre 35mila persone dimostrano come questo farmaco riduca significativamente infarti, ictus e mortalità cardiaca, sia nei diabetici che nelle persone con obesità senza problemi glicemici. (socialfarma)
Un lavoro presentato all’American College of Cardiology’s Annual Scientific Session (ACC.25), a Chicago dal 29 al 31 marzo, e pubblicato simultaneamente su The Lancet ha mostrato dati convincenti sull’efficacia di semaglutide – agonista del recettore del GLP-1 – nel migliorare la capacità deambulatoria, i sintomi e la qualità di vita nei pazienti con PAD sintomatica e diabete di tipo 2 (1). (CardioInfo)
E lo fa non solo con un'iniezione sottocutanea ma anche per via orale con una pillola. Due studi presentati al congresso dell'American College of Cardiology dimostrano che questo farmaco riduce il rischio di infarto, ictus e decessi nei pazienti ad alto rischio. (RaiNews)

Due analisi su 35mila persone La pillola a base di semaglutide, ha verificato una prima analisi pubblicata sul New England Journal of Medicine e presentata all'annuale sessione scientifica ed expo dell'American College of Cardiology (Acc) a Chicago, riduce del 14% infarto, ictus e mortalità per cause cardiache in chi ha il diabete di tipo 2 e un rischio cardiovascolare elevato. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Lo sottolineano i risultati di due studi internazionali presentati per la prima volta al congresso dell’American College of Cardiology (Acc), secondo cui l’agonista Glp-1 semaglutide previene eventi cardiovascolari gravi in tutti i pazienti ad alto rischio in cui ne sia indicato l’uso per la presenza di diabete o obesità (Il Sole 24 ORE)
Nei soggetti ad elevato rischio cardiovascolare per la presenza di diabete o anche per sovrappeso ed obesità pur se in assenza dell’incremento patologico della glicemia, il trattamento con semaglutide consente di ridurre le probabilità di infarto, ictus o morte per cause cardiovascolari. (la Repubblica)