Processo Open Arms, la legale di Salvini: “Colpa della ong se i migranti non sbarcarono”

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QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

– "Assolvete Salvini perché il fatto non sussiste”: è la richiesta formulata dalla difesa del vicepremier, imputato per sequestro di persona nel processo Open Arms. Oggi nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo l’udienza era dedicata all’arringa di Giulia Bongiorno, legale di Salvini, ministro dell’Interno all’epoca dei fatti, accusato di aver impedito lo sbarco dei migranti dalla nave dell’ong spagnola, oggi presente in tribunale. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ne parlano anche altri media

La nave Ong Open Arms "ha scelto di bighellonare" invece di andare in Spagna per far sbarcare le 147 persone migranti soccorse che aveva a bordo. Questa è la linea difensiva di Matteo Salvini nel processo di Palermo, in cui oggi si è svolta l'arringa della difesa. (Fanpage.it)

Processo Open Arms, Giulia Bongiorno: "Non ci fu nessun sequestro, Italia in ginocchio per far scendere i migranti" (La Stampa)

Il vicepremier è accusato di rifiuto di atti d’ufficio e sequestro di persona, la Procura di Palermo ha chiesto sei anni di carcere. Ma la difesa del leader della Lega è passata al contrattacco, mettendo nel mirino la parte civile, ossia l’ong spagnola che nell’agosto del 2019 prese a bordo i migranti che Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, non volle far sbarcare a Lampedusa. (Nicola Porro)

Open Arms, è il giorno dell’arringa di Salvini. Tutti gli errori dei pm in questo folle processo

Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini arriva nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo per l'ultima udienza del processo Open Arms. (Tiscali Notizie)

Era l'unica del pool di magistrate a non essere ancora tutelata. Manifestazione di deputati e senatori a sostegno del leader, che commenta: «A testa alta, senza paura, per l’Italia e gli italiani» (Open)

In un precedente intervento su questo sito, senza entrare nel merito della sussistenza dei reati attribuiti al ministro Matteo Salvini, è stata esaminata la natura dell’atto di assegnazione del P.O.S (Place of Safety) per dimostrare che la configurazione giuridica dell’atto costituisce il presupposto necessario l’individuazione della fattispecie di reato e del responsabile o dei responsabili del presunto atto omissivo su cui si fonda tutto l’impianto accusatorio. (Nicola Porro)