Yahya Sinwar, l’inafferrabile stragista che voleva la fine di Israele
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L’inafferrabile è stato fermato. Yahya Sinwar, ricercato numero uno e leader supremo di Hamas, è morto come aveva promesso di morire: non consegnandosi agli israeliani. E rimanendo, fino all’ultimo respiro, nella Striscia di Gaza. Si chiude la parabola di un criminale politico, torturatore e stratega, che all’interno di Hamas è stato “il macellaio di Khan Yunis”, “il più rispettato di tutti”, “un… (la Repubblica)
Su altri giornali
L’eliminazione dei principali responsabili dei massacri del 7 ottobre era l’obiettivo numero uno delle forze armate israeliane. Il capo militare palestinese, Mohammed Deif, è stato ucciso il 13 luglio in un raid a Khan Younis, sepolto sott… (La Stampa)
In pochi minuti le immagini di un corpo martoriato, e persino un primo piano dei suoi denti, sono diventate estremamente popolari sui social, a conferma di come la violenza sta permeando il nuovo mondo della comunicazione digitale. (ilmessaggero.it)
TEL AVIV — Silenzio, polvere e macerie. È l’alba, il drone ronza tra i calcinacci. Ci sono granate ovunque, fucili d’assalto e munizioni. Quando punta la telecamera sui corpi, un soldato rabbrividisce: «Ehi, ma questo non è Sinwar?». (la Repubblica)
DEIR EL BALAH – In un attimo, la calma del mattino si è trasformata in una tempesta di domande ed emozioni contrastanti. La notizia era scioccante: “Yahya Sinwar, il leader della resistenza, è stato assassinato”. (la Repubblica)
Nel suo intervento in tv, pubblicato su Facebook, il premier israeliano Benjamin Netanyahu fra le varie cose ha affermato che «la morte di Sinwar non è la fine della guerra a Gaza, ma l'inizio della fine della guerra» (Corriere TV)
A combattere nella Striscia sono rimaste poche unità delle brigate al-Qassam, definite da fonti palestinesi «cani sciolti senza più coordinamento e strategia». E senza neanche … (la Repubblica)