Georgia a rischio paralisi: si acuisce la crisi politica, tra tensioni istituzionali e violenze di piazza
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Bruxelles – La Georgia sembra sempre di più una polveriera pronta ad esplodere. Le proteste, violente, contro il governo filorusso durano da quattro giorni, con decine di feriti ricoverati in ospedale sia tra i manifestanti sia tra la polizia (che sta reprimendo con la forza il dissenso) e con i disordini estesi ormai a diverse città oltre la capitale Tbilisi. All’acuirsi dello scontro in piazza si sta sommando anche un duro scontro a livello politico e istituzionale, che rischia di paralizzare (o destabilizzare ulteriormente) il piccolo Paese caucasico, sempre più in bilico tra l’Europa e la Russia (EuNews)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie In Georgia dopo la quarta notte di proteste a favore dell’ Unione Europea, le forze governative hanno sgomberato con la forza i manifestanti. (TV2000)
Migliaia di manifestanti a favore dell'adesione della Georgia all'Unione Europea si erano radunati per il quinto giorno consecutivo davanti al Parlamento. (la Repubblica)
Centinaia di migliaia di georgiani sono scesi in piazza per la quinta notte consecutiva contro il congelamento dei colloqui di adesione all’Ue deciso dal governo filorusso, reduce da una vittoria elettorale su cui gravano prove di irregolarità, intimidazioni diffuse e solidi indizi di brogli su vasta scala. (La Stampa)
Studenti e insegnanti abbandonano le lezioni per unirsi in cortei pro Ue (LAPRESSE)
Tbilisi fa scintille: sono quelle dei petardi dei manifestanti, fuochi d’artificio esplosi contro gli scudi della polizia schierata che tenta di arginarli, ma non ci riesce. Le proteste sono esplose nelle stesse strade che ne avevano ospitate già moltissime negli ultimi mesi. (Il Fatto Quotidiano)
Quinta notte di proteste nelle strade di Tbilisi. Sarebbero più di 200 le persone arrestate finora, tra cui il leader della "Coalizione per il Cambiamento" Zurab Girchi Japaridze, che è stato poi rilasciato. (L'HuffPost)