L’influenza aviaria è più vicina all’uomo?
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L’influenza aviaria è più vicina all’uomo? In America si sono verificati due casi di mutazione del virus dell'influenza aviaria. Sia un uomo negli Stati Uniti che un adolescente in Canada hanno presentato una forma grave della malattia, facendo temere che il virus possa già essere più facilmente trasmissibile. Ecco cosa dicono gli esperti Lo scorso novembre un adolescente del Canada, che ha cercato assistenza medica per congiuntivite e tosse, è stato messo sotto ventilazione artificiale ed è rimasto in terapia intensiva per settimane perché è risultato positivo all’influenza aviaria. (Start Magazine)
Ne parlano anche altri giornali
L’uomo aveva più di 65 anni ed era stato ricoverato in un ospedale della Louisiana con gravi sintomi respiratori: il suo quadro clinico è stato complicato da condizioni mediche preesistenti, secondo quando riferito dalle autorità sanitarie. (Fanpage.it)
Ad oggi il rischio che il virus si trasmetta da uomo a uomo è considerato basso, ma due casi specifici registrati in questi ultimi giorni tra Stati Uniti e Canada rappresentano un segnale che sta facendo preoccupare e non poco gli scienziati. (La Gazzetta dello Sport)
ROMA – Nessuna emergenza, nessun allarme. Sebbene ci siano dei segnali che non andrebbero trascurati dalle autorità sanitarie mondiali. Il punto sul ceppo africano dell’influenza aviaria (l’H5N1) lo fa la virologa Ilaria Capua, che da trent’anni monitora il virus (Livesicilia.it)
Roma, 7 gen. Il paziente, di età superiore ai 65 anni, è stato il primo caso umano grave rilevato nel Paese. (Agenzia askanews)
Il virus ha cambiato completamente faccia negli ultimi trent’anni e le scarse azioni preventive hanno favorito una serie di “spillover” (salti di specie) che oggi preoccupano anche gli esseri umani. L’evoluzione dei ceppi di influenza aviaria è favorita dalla natura del virus, che tende a subire frequenti mutazioni. (Sky Tg24 )
Il rischio trasmissione all’uomo resta basso Il rischio che l'influenza aviaria provocata dal virus H5N1 si diffonda all'uomo resta, però, basso. Il paziente aveva più di 65 anni e presentava patologie preesistenti. (La Stampa)