Migranti, al Consiglio europeo spinta sui rimpatri. Dalla Cassazione un nuovo stop
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«È necessario il pragmatismo e noi daremo certamente il nostro contributo». Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, socialista, parla al suo arrivo al Consiglio europeo e si riferisce alla gestione della migrazione da parte dell’Unione. I leader Ue ne hanno discusso ieri al summit in modo rapido. Gli Stati membri aspettano con impazienza la revisione della direttiva sui rimpatri promessa dalla presidente della Commissione von der Leyen all’inizio del 2025, prima del vertice Ue del 20 marzo, e la nuova definizione di Paese d’origine sicuro e Paese terzo sicuro. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altri giornali
“La sentenza della Corte di Cassazione dà ragione al governo Meloni. Sono i governi che decidono i paesi sicuri e non i giudici ‘politicizzati’ che tutto sono tranne che imparziali. (Civonline)
La sentenza resa pubblica ieri dalla Cassazione si riferisce al decreto interministeriale, di natura amministrativa, che era oggetto del rinvio pregiudiziale sollevato dal tribunale di Roma lo scorso luglio. (il manifesto)
La Cassazione dà ragione al premier dicendo che è a discrezione dei giudici se disapplicare o meno le valutazioni dell'esecutivo sui «Paesi sicuri» ma che va fatto non erga omnes ma caso per caso, sul singolo richiedente asilo, senza sostituirsi al governo. (il Giornale)
Il giudice ordinario non può annullare il decreto ministeriale che impone un regime differenziato per le domande di asilo da Paesi sicuri ma di fronte a un ricorso "può valutare la sussistenza dei presupposti di legittimità" per la designazione dei Paesi sicuri ed eventualmente "disapplicarla": lo ha stabilito la prima sezione della Corte di Cassazione nella sentenza con cui ha risposto al rinvio pregiudiziale sollevato dal Tribunale di Roma nel luglio scorso. (Sky Tg24 )
La seconda stangata arriva direttamente dalla Corte di giustizia Ue, che dichiara inefficace la sospensione unilaterale dell’Italia sui trasferimenti di richiedenti asilo previsti dal trattato di Dublino (left)
"il potere di accertamento" del giudice "non può essere limitato dalla circostanza che uno Stato sia incluso nell’elenco di paesi da considerare sicuri sulla base di informazioni vagliate unicamente nella sede governativa" (Il Fatto Quotidiano)