Edizione pdf il manifesto del 17 dicembre 2024

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il manifesto ESTERI

Il manifesto del 17 dicembre 2024 Netanyahu procede con la colonizzazione dell’altura del Golan: uno dei nuovi insediamenti porterà il nome di Donald Trump. Dall’esilio riappare Bashar Al Assad: «La mia partenza non era pianificata. Mosca ha voluto un’immediata evacuazione» (il manifesto)

Su altri giornali

Più di 2mila soldati dell'esercito siriano, fuggiti in Iraq nel fine settimana dopo il crollo del governo di Damasco, stanno attualmente vivendo in una tendopoli creata dal governo iracheno per ospitarli. (Corriere della Sera)

A dare la notizia è l’ufficio stampa del primo ministro israeliano, che ha comunicato che l’esecutivo ha approvato all’unanimità quello che definisce un piano per lo «sviluppo demografico» del territorio occupato dal 1967: esso prevede l’installazione di nuove infrastrutture energetiche, e l’implementazione di servizi educativi e residenziali da portare avanti nell’area del Golan già dotata di insediamenti. (L'INDIPENDENTE)

Gli sviluppi del conflitto in Medio Oriente, l’influenza turca e qatarini su Damasco e le operazioni militari di Israele sul territorio siriano. Gaiani: “Attacchi israeliani non sono giustificati da azioni ostili dalla Siria” (Analisi Difesa)

Israele raddoppia i suoi coloni sul Golan siriano. Riappare Al Assad

LaPresse (LAPRESSE)

Non era al Cairo ieri Benyamin Netanyahu, ma sul Jabal Sheikh (Monte Hermon), nelle alture del Golan occupate, a fare il punto della situazione lungo le linee di armistizio con la Siria abbondantemente superate dalle truppe israeliane – il 603° Battaglione del Genio dell’Esercito ha raggiunto villaggi a 20 chilometri da Damasco e girano voci di unità speciali alla ricerca dei resti di Eli Cohen, la spia israeliana giustiziata dalla Siria nel 1965 – dopo l’8 dicembre, quando Bashar Assad è fuggito dalla Siria mentre i jihadisti occupavano Damasco. (il manifesto)

Non mancando allo stesso tempo di indirizzare i suoi cacciabombardieri contro altri paesi della regione per «ragioni di sicurezza». Il governo Netanyahu procederà incontrastato con il suo programma di colonizzazione, sfruttando ancora le opportunità che l’attuale quadro mediorientale gli sta offrendo. (il manifesto)