Altavilla: "Green Deal sbagliato, transizione elettrica al 2035 impossibile"

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ECONOMIA

Alfredo Altavilla, special advisor per l'Europa di BYD, non usa mezzi termini nel criticare il Green Deal europeo, definendolo "sbagliato" e sostenendo che l'obiettivo di un mercato interamente elettrico entro il 2035 sia "impossibile". Secondo Altavilla, il divario temporale e tecnologico tra Europa e Cina, definito come "time to market gap", è troppo ampio per essere colmato in così poco tempo. "Mi viene in mente la teoria del cavallo morto", ha dichiarato, "se ti accorgi che il cavallo su cui stai correndo sta morendo, è più saggio cambiarlo piuttosto che cercare di salvarlo a tutti i costi. Questo è esattamente ciò che sta facendo Ursula von der Leyen con il Green Deal: invece di abbandonare un approccio inefficace, continua a insistere su modifiche marginali che complicano ulteriormente la transizione".

Le parole di Altavilla arrivano in un momento di forte tensione tra l'Unione Europea e la Cina, con Bruxelles che ha recentemente avviato un'indagine preliminare sui sussidi governativi cinesi a BYD, il colosso automobilistico che sta costruendo un nuovo impianto produttivo in Ungheria. Secondo fonti riportate dal Financial Times, la Commissione Europea sta verificando se Pechino abbia concesso aiuti di Stato illegittimi per sostenere l'espansione del gigante asiatico nel Vecchio Continente. Un'accusa che, se confermata, potrebbe portare a dazi o altre misure di salvaguardia, con ripercussioni significative sul mercato automobilistico europeo.

Il settore automotive, del resto, sta vivendo una fase critica a livello globale, segnata da rallentamenti produttivi, cali delle vendite e tensioni geopolitiche. La crisi è alimentata da una combinazione di fattori finanziari, sociali e tecnologici, che stanno mettendo a dura prova sia i produttori tradizionali che i nuovi attori, come BYD. L'azienda cinese, nonostante il suo ambizioso piano di espansione in Europa, si trova ora a dover affrontare non solo le sfide legate alla concorrenza, ma anche un contesto normativo e politico sempre più complesso.

Altavilla, pur riconoscendo le difficoltà, si è detto ottimista sulla possibilità di trovare forme di collaborazione tra Europa e Cina. "È auspicabile individuare modalità di cooperazione che possano beneficiare entrambe le parti", ha affermato, sottolineando come la competizione globale richieda un approccio più pragmatico e meno ideologico. Tuttavia, le sue parole sembrano suonare come un monito per Bruxelles: insistere su una transizione green troppo rigida e accelerata rischia di lasciare l'Europa indietro, mentre la Cina continua a consolidare il suo vantaggio tecnologico e industriale.