Mosca prepara nuovi assalti all'Ucraina. E getta un'ombra (via Trump) sul futuro di Zelensky
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C’è una ragione per cui Mike Pompeo non verrà nominato al Pentagono ed è l’Ucraina. Contrariamente alle voci che lo vedevano già alla guida della Difesa, l’ex segretario di Stato non farà parte della prossima amministrazione per volere di Donald Trump, così come Nikki Haley, entrambi ringraziati per l’apporto offerto ma esclusi dal… (L'HuffPost)
Ne parlano anche altri giornali
Regione Qualsiasi Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino-Alto Adige Umbria Valle d'Aosta Veneto Prezzo a Tutti 0 € 50.000 € 80.000 € 100.000 € 150.000 € 250. (ilmessaggero.it)
ha postato una storia su Instagram con un video del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la scritta “Tra 38 giorni perderai la paghetta”. Con lo stesso stile del padre, Donald Trump Jr. (Il Fatto Quotidiano)
L'allarme aereo in Ucraina è risuonato in tutta la nazione nella mattinata di lunedì, mentre il New York Times ha riportato che 50mila tra russi e nordcoreani si preparano a lanciare un attacco contro le truppe ucraine nella regione russa del Kursk, recentemente conquistata. (Il Dubbio)
Non si sa se Donald Trump sia un esperto scacchista; fatto sta che, quantomeno tra gli osservatori russi, continuano a ripetersi le ipotesi secondo cui, per venire incontro a Mosca, il neo eletto presidente USA starebbe preparando un “gambetto” in Ucraina e dunque, per Vladimir Zelenskij, sarebbe cominciato il conto alla rovescia. (Contropiano)
KIEV Davvero il dipartimento di Stato americano starebbe lavorando per organizzare le elezioni ucraine al fine di sostituire il «presuntuoso» Volodymyr Zelensky? Lo sostiene da Mosca l’agenzia di stampa russa Tass citando il Servizio dell’intelligence estera. (Corriere della Sera)
In pochi giorni sono cambiati i suoi punti di riferimento: dovrà fare i conti col suo maggiore alleato che parla con il suo peggiore nemico. Zelensky esce battuto e offeso dal voto americano e adesso si ritrova a dovere dipendere da un’Europa profondamente divisa, le cui capacità militari non sono neppure lontanamente paragonabili a quelle statunitensi. (Corriere della Sera)