I duelli di casa nostra che imitano (male) Trump vs Zelensky
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La scazzottata tra Trump e Zelensky ha già fatto epoca (purtroppo). Da una parte due pazzi pericolosi e scatenati, il criminale fuori di testa a capo degli Stati Uniti e il suo vice abietto, definito con involontaria propensione comica da Porro “Dj Vance” (evidentemente Porro è convinto che Vance faccia il deejay e, tra una … (Il Fatto Quotidiano)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Tarati come siamo da quella abitudine anacronistica che è la rassegna stampa mattutina, chi scrive è tra quelli. Le persone diciamo normali, è noto, non leggono più la carta stampata: nel 1986, anno del sorpasso da parte di Repubblica, il Corriere della Sera vendeva 487 mila copie, mentre oggi raggiunge appena i 124 mila (dati fine 2023). (La Fionda)
Gli abbagli dell’oscurantismo o la lucidità dei testimoni (La Nuova Europa)

È quest’ultima definizione, che meglio di tutte, dà ragione di quei venti minuti destinati a mutare gli assetti geopolitici globali. Il commento denigratorio di Trump sulla divisa di churchilliana memoria del leader ucraino non è solo un’ulteriore prova della rozzezza e ignoranza del presidente, ma risponde a un fastidio autentico per chi non ha voluto adeguarsi alle regole dello show, presentandosi senza trucco e parrucco. (Il Fatto Quotidiano)
Avevo sette anni. Ripensarci oggi mi provoca una nostalgia specifica, come di un percorso rimasto incompleto, insieme a un dispiacere per i bambini che hanno sette anni oggi e che nel corredino della memoria si troveranno questi giorni di frantumazione molto diversa. (Corriere della Sera)