Giulia Tramontano, Impagnatiello lascia il tribunale a bordo del cellulare della penitenziaria

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Il Sole 24 ORE INTERNO

Giulia Tramontano, Impagnatiello lascia il tribunale a bordo del cellulare della penitenziaria 11 novembre 2024 Alessandro Impagnatiello ha lasciato il tribunale di Milano a bordo del cellulare della polizia penitenziaria al termine dell'udienza odierna nel processo in cui è imputato per la morte della sua ex compagna Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate. La sentenza è attesa il 25 novembre, in occasione della giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne. (Il Sole 24 ORE)

Su altri media

Lo scrive Chiara Tramontano, sorella di Giulia, la giovane donna uccisa brutalmente dal compagno, Alessandro Impagnatiello, incinta del suo bambino. Un lungo, lunghissimo messaggio, pubblicato su Instagram dopo l'udienza di ieri. (MilanoToday.it)

Attiva la lettura vocale Un lungo, lunghissimo messaggio, pubblicato su Instagram dopo l' udienza di ieri. Lo scrive Chiara Tramontano, sorella di Giulia, la giovane donna uccisa brutalmente dal... (Virgilio)

– Alessandro Impagnatiello, ieri in aula, ha confermato ancora una volta di avere una sola priorità: salvare quell’immagine che ha disperatamente cercato di costruire negli anni. Il suo rifiuto di apparire alla sbarra, e dunque vulnerabile di fronte all’opinione pubblica pronta a giudicarlo, racconta di un ultimo tentativo di conservare ciò che resta della sua immagine. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Giulia Tramontano, la sorella Chiara: "Difesa Impagnatiello è offensiva"

La requisitoria delle procuratrici, durante l'udienza nei confronti di Alessandro Impagnatiello accusato del femminicidio di Giulia Tramontano, hanno fatto sì che il 31enne mostrasse il suo vero volto: quello dell’assassino spocchioso e assurdo, molto autocentrato e zero empatico. (Fanpage.it)

Leggi tutta la notizia Tutti ascoltano la... (Virgilio)

“Per i familiari di Giulia presenti in aula ieri, assistere al processo per il suo omicidio è stato come vederla morire una seconda volta. Le parole della difesa sono risuonate offensive e insensibili, definendo l’atroce atto compiuto dall’assassino come un ‘grave gesto’ ù come se si trattasse di un banale errore, una marachella, e non di un crimine efferato. (LAPRESSE)