L'appello ai giovani dell'arcivescovo ai funerali del 15enne: «Deponete le armi»

L'appello ai giovani dell'arcivescovo ai funerali del 15enne: «Deponete le armi»
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ROMA on line INTERNO

NAPOLI. Un appello ai giovani, "deponete le armi, abbandonate la logica del sopruso e della prepotenza". E un severo monito contro l'indifferenza, anche della politica, che distrae dalle tragedie "raccontando di una città che esiste solo in parte, rifugiandoci nei numeri del turismo, nei protocolli avviati, distogliendo lo sguardo da questa follia di un mondo adulto che non vede più i suoi figli più giovani e più fragili". (ROMA on line)

Se ne è parlato anche su altri giornali

«Ho chiesto aiuto a tutto il mondo, non è servito a nulla», dice questa donna e mentre parla la voce più volte si interrompe, gli occhi si bagnano di lacrime. Eppure mi sono sentita abbandonata». (La Repubblica)

Palloncini bianchi e uno solo azzurro sono piazzati all’ingresso della chiesa gremita. Il feretro del ragazzo è arrivato verso le 15. (CremonaOggi)

Nella chiesa del Munacone, quella di San Vincenzo, simbolo del rione, il vescovo accusa una città ormai assuefatta: «Un copione, un canovaccio, una routine perversa: l’ennesima giovane vita. (Fanpage.it)

I funerali di Emanuele Tufano alla Sanità. Monsignor Battaglia ai ragazzi: “Deponete le armi, scegliete la vita”

L'invito alle autorità: “Invece di spendere soldi per le telecamere, bisognerebbe fare di più per aiutare questi giovani – dice – sogno ancora che mio figlio possa cambiare e dare valore a sé stesso e alla vita”. (La Repubblica)

Sono stati i suoi amici più stretti a portarlo a spalla fino ai piedi dell'altare; poi, a decine, si sono seduti in terra per stargli un'ultima volta accanto. È cominciato così, al rione Sanità, dove viveva con la famiglia, il rito funebre per Emanuele Tufano, il 15enne assassinato prima dell'alba del 24 ottobre a due passi dal corso Umberto in uno scontro tra bande di giovanissimi. (Corriere della Sera)

Nella piazza presidiata dalle forze dell’ordine la bara di un ragazzino passa attraverso una folla di magliette e palloncini bianchi, riportando l’orologio del Rione Sanità indietro di nove anni. Molte cose sono cambiate, da quando Genny Cesarano fu ucciso, vittima innocente di uno scontro tra clan e in questa stessa piazza sorge adesso un monumento in sua memoria. (La Repubblica)