Ucraina in bilico tra pace possibile, pace giusta, e guerra permanente. Europa, ci sei? Che fai?
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Siamo al “grande paradosso” che per uscire dalla guerra ed entrare nella pace servono una difesa comuni e dunque un esercito UE? Serve per sostenere l’Ucraina nel difficile negoziato che si avvicina soprattutto ora che Zelensky alza le mani e dichiara: “ho perso“. Serve di fronte alla fragilità delle incerte politiche trumpiane. Ma i dubbi sorgono veloci. Forse non ha senso dichiarare che “si è perso ” a guerra in corso? Forse Zelensky non ha più tutto sotto controllo ma intanto lancia il guanto provando a mantenere le posizioni nel Kursk e con l’omicidio del Generale Kirillov cervello della biowar nel cuore di Mosca e dal quale ci si aspetta una reazione durissima. (GLI STATI GENERALI)
Su altre testate
Anche chi non sa il tedesco l’ha dovuto imparare, a causa delle vicissitudini economiche della Ue a lungo segnate dal rigore di Berlino. «Schuld» vuol dire sia «debito» che «colpa». (Corriere della Sera)
Sia chiaro, è ancora evitabile. Supponiamo che l’Occidente assuma a favore dei quattro quinti di territor… (la Repubblica)
Chiederanno scusa agli ucraini? Ammetteranno di averli illusi, di averli mandati a morire, di averli trascinati in una guerra che li ha resi orfani, invalidi, poveri, precipitandoli in un orrore che non avrà fine neppure quando cesserà il tuono dei cannoni? Riconosceranno di aver raccontato loro un’... (La Verità)
Questo finale di anno invita al pessimismo sulle sorti dell’Ucraina. Ma almeno ci costringe a risolvere qualche equivoco, a separare la tregua dalla resa, a definire gli obiettivi del sostegno militare all’Ucraina o a giustificare il disimpegno. (SettimanaNews)
Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica … Se non ci fossero almeno un milione fra morti e mutilati, la guerra in Ucraina sembrerebbe puro cabaret. (Il Fatto Quotidiano)
Per riceverla basta iscriversi a Il Punto, e lo si può fare qui) Con un Putin così tronfio, che parla da stra-vincitore, che si permette di mettere in dubbio perfino la rappresentatività di Zelensky, ha senso non farsi prendere dal disfattismo? Ha senso dire a noi stessi e agli ucraini che in realtà l’aggressore del 24 febbraio 2022 non ha vinto, e che, indipendentemente dalle porzioni di territorio che Trump gli consentirà di inglobare, non vincerà mai? Può sembrare autoconsolatorio, proprio ora che avanza di 10 chilometri al giorno e, a parte la fiammata di Kursk, la controffensiva ucraina si è rivelata il miraggio che gli analisti più seri temevano e la «disfatta totale dello zar» si rivela il vuoto slogan che Emmanuel Macron aveva denunciato fin dall’inizio. (Corriere della Sera)