Sex work is work. La legge belga che dà alle prostitute contratti regolari, maternità e pensione

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Io Donna ESTERI

Giorni di malattia, indennità di maternità e diritti pensionistici: le tutele occupazionali di qualsiasi altro dipendente per le prostitute da oggi sono realtà, in Belgio, grazie alla prima legge di questo tipo al mondo. I legislatori hanno votato a maggioranza, nel tentativo di reprimere abusi e sfruttamento. Ma non tutti appplaudono: per alcuni gruppi femministi, «Dare per assodato che la prostituzione esiste e che dobbiamo proteggere i lavoratori, significa accettare questa violenza sessista e non combatterla». (Io Donna)

La notizia riportata su altre testate

Le lavoratrici e i lavoratori del settore avranno diritto a giorni di malattia e ferie, all'indennità di maternità e alla pensione. Il Parlamento belga ha deciso di equiparare i e le sex workers a qualsiasi altro dipendente per porre un freno allo sfruttamento. (Fanpage.it)

Congedi di malattia, maternità, assicurazione sanitaria, contributi per la pensione. D’ora in avanti, in Belgio, anche i lavoratori e le lavoratrici del sesso avranno gli stessi diritti sul luogo di lavoro di qualsiasi altro dipendente. (Open)

Ieri, 1 dicembre, è entrata in vigore una legge che consente alle persone che lavorano come sex worker, categoria che include chiunque offra servizi legati alla sfera sessuale in cambio di denaro, di ottenere regolari contratti di lavoro. (Luce)

Il Belgio ripensa il welfare: pensioni, ferie, indennità di malattia ai lavoratori del sesso

Primo paese europeo ad avere depenalizzato il lavoro sessuale due anni fa- è diventato il primo paese al mondo che garantisce ai lavoratori e alle lavoratrici sessuali coperture assicurative e previdenziali. (ilmessaggero.it)

Diritti e indennità per le lavoratrici del sesso in Belgio. (Sky Tg24 )

Adesso diventa il primo al mondo ad avere una legge che consente ai sex-workers (lavoratori e lavoratrici del sesso) di poter avere un regolare contratto da dipendente, con tanto di contributi sociali, ferie e, un giorno si spera, una pensione. (Corriere della Sera)