A che punto siamo con il Fascicolo sanitario elettronico?
Articolo Precedente
Articolo Successivo
A che punto siamo con il Fascicolo sanitario elettronico? Il Fascicolo sanitario elettronico (Fse), pensato per sburocratizzare il lavoro dei medici di famiglia e aiutare i cittadini, esiste dal 19 maggio 2020 ma secondo quanto dichiarato lo scorso giugno dal ministero della Salute ora è il momento della sua trasformazione da strumento amministrativo a strumento sanitario. Come sta andando quindi questa evoluzione? Mentre sono stati riaperti i termini dell’opposizione al pregresso fino al prossimo 17 dicembre, la Fondazione Gimbe, in occasione del 19° Forum Risk Management di Arezzo, ha fatto il punto sulla sua completezza e sull’utilizzo che ne stanno facendo le regioni italiane, evidenziando alcune criticità. (Start Magazine)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Ma con notevoli differenze regionali, quasi abissali: si passa dall'89% dell'Emilia-Romagna ad appena l'1% di Abruzzo, Campania, Calabria e Molise. I cittadini della Puglia “sposano” il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse) più di tutte le altre regioni del Sud. (RaiNews)
Si fa presto a dire fascicolo sanitario elettronico. A costo di rovinare la suspance, lo diciamo subito: il Lazio spicca al vertice della classifica per completezza di documenti e servizi, mentre in Puglia siamo appena al 63%. (Fortune Italia)
L’analisi della Fondazione Gimbe rivela gravi ritardi nell’uso e nella disponibilità dei servizi digitali sanitari: la regione ultima in Italia insieme all’Abruzzo. La Calabria si conferma fanalino di coda nell’uso del Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse) e nella disponibilità dei servizi digitali sanitari. (Telemia)
TRENTO. Nel Fascicolo sanitario elettronico della Provincia autonoma di Bolzano sono disponibili ad oggi 12 tipologie documentali su 16, il 75% del totale (media Italia 79%) e la percentuale di servizi disponibili nel Fse è pari al 10%. (Trentino)
Al 31 agosto 2024 (per il Friuli Venezia Giulia i dati sono al 31 marzo 2024), solo il 41% dei cittadini ha espresso il consenso alla consultazione dei propri documenti sanitari da parte di medici e operatori del Servizio sanitario nazionale. (la Repubblica)
Si va dall'1% di adesione in Abruzzo, Calabria, Campania e Molise all'89% in Emilia-Romagna. Solo la Puglia con il 69% supera la media nazionale. E' quanto emerge da un report presentato dalla Fondazione Gimbe in occasione del 19esimo Forum Risk Management di Arezzo ascolta articolo (Sky Tg24 )