Re Marcell abdica a testa alta. "La mia storia non finisce qui"

Re Marcell abdica a testa alta. La mia storia non finisce qui
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il Giornale SPORT

Nostro inviato a Parigi Scusaci Marcell. Perché in fondo non ti abbiamo creduto fino all’ultimo. E adesso tu sei arrabbiato e felice per questo quinto posto, 9.85 racconta il cronometro, «non è un tempo da buttare» dici, eccome se non è da buttare. Scusaci Marcell, alla vigilia spiegavi «la corsa, i primi quindici metri, l’assetto, la fase di transizione, l’equilibrio, la velocità persa nel lanciato, la devo ritrovare, so come farlo» e noi sì va bene, parla, la mette sulla tecnica per confondere le acque, ma guardalo negli occhi quanto è preoccupato e poi l’ha punto pure un’ape, dove va se gli fanno dispetti anche gli insetti, e come lo trova quel metro circa che gli serve per entrare in finale? L’ha trovato. (il Giornale)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Anzi, nella serata organizzata in un centro balneare della zona dal suo primo allenatore (seppur di calcio), Adriano Bertazzi, a trovare posto è l'orgoglio per il campione cresciuto nel comune sul lago di Garda. (la Repubblica)

Marcell Jacobs ci ha stupito ancora. L’azzurro ha provato fino alle fine a difendere l’oro olimpico, impresa riuscita solo a Carl Lewis e a Usain Bolt. (La Gazzetta dello Sport)

Parigi, 5 ago. Messo così potrebbe sembrare un significativo passo indietro, in realtà, come hanno capito in molti, perfino la grande stampa risultatista, ieri sera allo Stade de France è andata in scena una storia di successo sportivo per l’Italia e per lo stesso Jacobs che, in una finale velocissima nella quale praticamente tutti sono scesi sotto i 9.90, ha corso la sua terza migliore prestazione di sempre – 9.85 – ed è rimasto in lizza per una medaglia per tutta la prima parte di gara. (Agenzia askanews)

Parigi 2024, a mente fredda: da Jacobs un grande risultato

Per difendere l’oro olimpico di Tokyo Marcell Jacobs ha dovuto correre la finale dei 100 metri più veloci della storia alle Olimpiadi 2024 di Parigi. E si è dovuto superare, chiudendo con un ottimo 9″85 che pure lo ha tenuto lontano dal podio, in quinta posizione. (Open)

Disegniamo su un foglio di carta un segmento di 5,8 centimetri e ci renderemo conto di quanto minuscola sia la distanza che domenica sera ha separato il petto di Noah Lyles da quello di Kishane Thompson, la più ridotta di sempre nella storia delle finali olimpiche dei 100 metri. (Corriere della Sera)

Mai visto niente del genere. Lo dice la memoria collettiva. (Eurosport IT)