Perché ci ricorderemo la finale olimpica dei 100 metri maschili di Parigi
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Perché ci ricorderemo la finale olimpica dei 100 metri maschili di Parigi testo: Il gioco di sguardi diventa fiato sul collo, 100 metri a braccarsi e tutti stanno in 12 centesimi, scalati da Lyles, quello che aveva più da perdere dopo tanti proclami e che invece ha vinto e riportato agli Usa il titolo più caro. L'Italia sta in mezzo a questa bellezza, il campione uscente si piazza quinto in 9"85 che è il suo miglior risultato stagionale, un cronometro migliore lo ha visto solo nella perfezione di Tokyo dove lui è stato stellare (9"80), ma la sfida meno. (La Stampa)
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Scusaci Marcell. Perché in fondo non ti abbiamo creduto fino all’ultimo. E adesso tu sei arrabbiato e felice per questo quinto posto, 9.85 racconta il cronometro, «non è un tempo da buttare» dici, eccome se non è da buttare. (il Giornale)
Marcell Jacobs, arrivano importanti aggiornamenti per quanto riguarda il suo futuro: c’è l’annuncio ufficiale (SportItalia.it)
Marcell Jacobs ci ha stupito ancora. Lui lo sapeva già, ora lo sappiamo anche noi: la storia del campione di Tokyo dei 100 metri, la gara più popolare e diffusa, non è finita a Parigi. (La Gazzetta dello Sport)
Cinque centimetri sono cinque millesimi di secondo alla velocità di punta raggiunta dal fenomeno Lyles a 27 metri dal traguardo: 43,2 chilometri l’ora. (Corriere della Sera)
Parigi, 5 ago. Messo così potrebbe sembrare un significativo passo indietro, in realtà, come hanno capito in molti, perfino la grande stampa risultatista, ieri sera allo Stade de France è andata in scena una storia di successo sportivo per l’Italia e per lo stesso Jacobs che, in una finale velocissima nella quale praticamente tutti sono scesi sotto i 9.90, ha corso la sua terza migliore prestazione di sempre – 9.85 – ed è rimasto in lizza per una medaglia per tutta la prima parte di gara. (Agenzia askanews)
Il gesto primordiale per eccellenza (correre) ha il suo padrone, che è lo statunitense Noah Lyles, già Campione del Mondo lo scorso anno. Va in archivio con questa suggestione tecnica la gara regina a Parigi 2024: per la prima volta nella storia tutti i partecipanti sono scesi sotto il muro dei dieci secondi, la barriera per eccellenza sul rettilineo che incorona l’uomo più rapido del Pianeta e lo consacra per sempre all’immortalità sportiva. (OA Sport)