Panzer e satelliti militari al posto di motori e cambi? Il dibattito è aperto, e riguarda anche Termoli
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Il dibattito sulla riconversione dell’industria automobilistica verso la produzione militare comincia a prendere piede in Europa, con Germania e Italia in prima linea. Da un lato, il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, ha dichiarato in un'intervista a Repubblica che investire nella difesa non solo garantirebbe maggiore sicurezza, ma potrebbe anche generare posti di lavoro e stimolare innovazioni industriali. (Primonumero)
Su altri media
L’Europa si prepara a un’era di riarmo senza precedenti, spinta dall’ombra lunga della guerra in Ucraina e dall’incertezza sul futuro impegno degli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump. (Inside Over)
Ultimo in ordine di tempo a essere finito nel mirino dei piano di riarmo è l'ex stabilimento dell'Audi a Bruxelles, chiusa definitivamente il 28 febbraio scorso. E anche, per quanto riguarda il gigantesco settore della componentistica, dalla produzione per l’auto a quella per i veicoli da combattimento. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
È ciò che sta accadendo in Germania, dove alcune aziende militari negoziano l’acquisizione di fabbriche in crisi e l’assunzione di lavoratori licenziati. Ma lo stesso Trump sta dando una scossa alla difesa europea, la quale potrebbe creare posti di lavoro ben retribuiti e rimpiazzare, almeno in parte, le perdite in altri settori. (Forbes Italia)
Anziché recriminare su quanto siano ignoranti i consumatori europei, i commissari hanno dimostrato di avere un cuore e di saper capire i problemi della gente comune. (InvestireOggi.it)
Prendiamo, per esempio, la regina tedesca delle quattro ruote: Volkswagen, che ha fatto sapere di essere disposta a prendere in considerazione l'ipotesi di costruire equipaggiamenti per l'esercito come parte degli sforzi messi in atto da Bruxelles per riarmare il continente. (Automoto.it)
Un passaggio che è tipico di un’economia di guerra, con l’Italia che in realtà replica l’impostazione già scelta dal governo tedesco, anch’esso alle prese con aziende nazionali automobilistiche in profonda crisi. (QuiFinanza)