Ecco perché lo Stato Islamico continua a seminare il terrore

Ecco perché lo Stato Islamico continua a seminare il terrore
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
rsi.ch ESTERI

“Sì, esattamente. Il caso di New Orleans, come gli altri casi più recenti, dalla Germania all’Italia, rientrano, possiamo dire, nella fattispecie del terrorista il cui profilo si è imposto nel corso degli ultimi dieci anni: un soggetto singolo oppure piccoli gruppi (2 o 3 soggetti) scarsamente organizzati, ma che con l’utilizzo di strumenti semplici e reperibili sul mercato civile, riescono a imporre un danno significativo. (rsi.ch)

La notizia riportata su altri media

L'ex militare americano e terrorista suicida, Shamsud-Sin Jabbar, aveva aderito all'Isis la scorsa estate in seguito a un percorso di radicalizzazione iniziato tempo dopo la sua conversione all'Islam. (il Giornale)

I recenti conflitti e stravolgimenti in Medio Oriente, iniziati con l’offensiva guidata da Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, hanno comprensibilmente alimentato timori circa un incremento della minaccia posta dal terrorismo, specialmente di matrice jihadista, a livello transnazionale. (ISPI)

A sottolinearla era stato qualche settimana fa il segretario di Stato americano Antony Blinken, quando di fronte alla caduta del regime siriano di Bashar al-Assad chiedeva uno sforzo collettivo affinché l’Isis “non alzi di nuovo la testa”. (L'HuffPost)

La guerriglia globale dell’Isis e i canali che portano all’Africa

Le forze di Al Qaeda e Isis sono cresciute notevolmente, da quando Biden ha restituito l'Afghanistan al regime fondamentalista dei Talebani. "Siamo sul fronte della guerra al terrore. (L'HuffPost)

– Un attentato che, negli Stati Uniti, potrebbe significare la ripresa dell’attività terroristica di matrice islamica. Lorenzo Vidino, direttore del ’Program on Extremism’ della George Washington University (Washington, DC), ha spiegato perché, pur con tutte le precauzioni del caso, non si debba parlare di ‘allarme’. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Domenico Quirico Lo Stato Islamico non è debellato dopo il crollo del Califfato in Iraq. Ha i tempi di Dio, sopravvive ai capi, continua a reclutare combattenti dalla Siria al Sahel, e non solo. Il suo marchio è la spietatezza (La Stampa)