1.865 miliardi di euro: il peso dei debiti fiscali italiani

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Economy Magazine ECONOMIA

Una montagna da 1.865 miliardi di euro, pari al 181% delle entrate fiscali effettivamente incassate dallo Stato. Si tratta dei crediti insoluti che il Fisco deve recuperare, ma la loro riscossione appare sempre più difficile, soprattutto a causa di misure come sanatorie, condoni e rottamazioni delle cartelle esattoriali. I dati dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) evidenziano la difficoltà di recuperare questa massa di debiti, che rappresenta un peso enorme per il Paese. (Economy Magazine)

Se ne è parlato anche su altre testate

Questa volta in materia di riscossione dei crediti. Nel 2022 - ultimo anno per cui è disponibile il dato - l’Italia non solo registrava il valore più elevato (dopo la Grecia) dell’incidenza dello stock dei debiti non riscossi a fine anno sul totale delle entrate (pari al 181%) ma si attestava anche come il Paese con il più basso rapporto tra debiti non riscossi esigibili e il totale dei debiti non riscossi (circa il 5%). (Milano Finanza)

Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), a fine novembre 2024 l’insieme di tasse non versate, contributi non pagati e multe non saldate aveva superato i 1.865 miliardi di euro, in aumento del 36,5 per cento rispetto al 2019. (L'HuffPost)

L’Ufficio parlamentare di Bilancio (UpB) è stato audito presso la commissione Finanze del Senato per un’audizione sullo stato della gestione del magazzino fiscale e sulle misure proposte nel ddl 1375, che prevede l’introduzione della quinta definizione agevolata. (il Giornale)

Adriatico, due pesi e due misure. Il paradosso della pesca al pesce azzurro

«Ripetute e stratificate misure di definizione agevolata e annullamento dei debiti pregressi contribuiscono ad alimentare nei contribuenti aspettative di future agevolazioni e condoni, con ripercussioni negative sui versamenti per adeguamento spontaneo, sulla riscossione ordinaria e su quella coattiva ordinaria e, in generale, sul livello di tax compliance». (Il Sole 24 ORE)

Mentre i pescatori che utilizzano sistemi di pesca a strascico ricevono, seppur con ritardi cronici, indennizzi per i periodi di fermo biologico imposti dalle autorità per il riposo delle risorse ittiche, le piccole imprese che operano con metodi tradizionali per il pesce azzurro restano sistematicamente escluse da qualsiasi forma di sostegno economico. (PesceInRete)