Venezia 81, la recensione di Queer di Luca Guadagnino

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Così François Truffaut ne Il cinema secondo Hitchcock teorizzava il “grande film malato”: “Un capolavoro abortito … che soffre generalmente di una dose eccessiva di sincerità, che, paradossalmente, lo rende chiaro agli aficionados e più oscuro al pubblico abituato a mandar giù delle misture nel cui dosaggio prevale l’astuzia piuttosto che la confessione diretta”. Ora, lui metteva in campo anche gli “errori di percorso” e le “riprese avvelenate dall’odio o accecate dall’amore” – il che ci porta nei territori del gossip più che della critica – ma anche – e qui si sente la voce del critico che fu in principio – “uno scarto troppo forte tra intenzione ed esecuzione, un impantanarsi non percepibile o un’esaltazione ingannatrice”. (cinematografo.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Il progetto, accompagnato da un cast che vede Daniel Craig nei panni del protagonista Lee, ha immediatamente attirato l’interesse di fan e critici, grazie anche alla promessa di portare sullo schermo una storia omosessuale visivamente audace e scandalosa, tra droga, sesso e visioni oniriche. (Orgoglionerd)

In cerca di una droga ha trovato un amore. Potrebbe essere questa in brutale sintesi la sinossi di un romanzo breve fra i più discussi della beat generation. (ComingSoon.it)

Il regista di "Chiamami col tuo nome" firma una lisergica e appassionata trasposizione cinematografica del romanzo semi-autobiografico scritto da William Burroughs. Tra eroina, ayahuasca, metzcal e tequila, un allucinante viaggio al termine della notte. (Sky Tg24 )

Luca Guadagnino in Queer trova luce nei recessi dell'anima

È consapevole, l’attore gallese, 56 anni, che il suo Queer, girato con Luca Guadagnino, è uno dei film più attesi dell’anno e lo accetta con lo stato mentale di chi non ha niente di cui preoccuparsi se non di fare ciò che gli piace. (la Repubblica)

L'aspetto più riuscito di Queer di Luca Guadagnino è il mondo che riesce a creare nella prima parte. E brulicante di lascivi gentiluomini in completo di cotone e fedora, con l'aria spionesca da parodia di un romanzo di Graham Greene, che vagano in cerca di buona conversazione, mezcal e piaceri omoerotici. (Esquire Italia)

, un cinquantenne americano (Daniel Craig) si trasferisce a Città del Messico e vive la sua vita pressoché in solitudine, circondato solo dal gruppo ristretto di statunitensi che conosce. (Cosmopolitan)