Aboubakar Soumahoro senza vergogna: come sfrutta la tragedia dell'indiano morto

Aboubakar Soumahoro senza vergogna: come sfrutta la tragedia dell'indiano morto
Liberoquotidiano.it INTERNO

Daniele Dell'Orco 21 giugno 2024 Come se non fosse già abbastanza tragica la notizia della morte di Satnam Singh, il lavoratore indiano 31enne che lunedì pomeriggio aveva perso un braccio nei campi dell’area agricola dell’Agro pontino, a rendere tutto ancora più terribilmente surreale ci si sono messe le reazioni della sinistra, così affetta da incontinenza digitale che scrive sui social incolpando il governo di ogni cosa, ma dimenticando che sono le proprie prodezze ideologiche a contribuire ad alimentare caporalato e sfruttamento dell’immigrazione. (Liberoquotidiano.it)

Ne parlano anche altre fonti

Parola di Giorgia Meloni. Serve a chi prende un lavoratore in nero, a chi affitta una casa in nero, a chi presta una mano solo in cambio di soldi. (La Stampa)

Nella morte di Satman, il bracciante lasciato morire dissanguato sul bordo della strada dopo che un macchinario agricolo gli aveva tranciato un braccio, c’è qualcosa di drammaticamente simbolico. Satman muore abbandonato da chi lo sfruttava perché non riconosciuto come persona, bensì come mera forza lavoro. (La Repubblica)

La prima storia è quasi uguale, ma senza il drammatico finale, a quella di Satnam. Quello di Satnam Singh non è il primo caso di bracciante ferito non soccorso e abbandonato. Così come non sono poche le violenze di imprenditori e caporali contro i lavoratori indiani: picchiati con mazze da baseball, minacciati con fucili a canne mozze e pistole, coltelli puntati alla gola. (Avvenire)

Caporalato nel Fucino, i lavoratori hanno paura di denunciare

«Fare morire un ragazzo giovanissimo in questo modo, con un braccio tagliato, è una vergogna», dice al Gambero Rosso Yvan Sagnet attivista e scrittore camerunense, da anni in prima linea tramite l’associazione No Cap, della quale è presidente, nella lotta allo sfruttamento e al lavoro in nero nel settore agroalimentare. (Gambero Rosso)

Satnam Singh si sarebbe potuto salvare. È morto dopo aver perso molto sangue a causa del ritardo della chiamata effettuata ai soccorsi il bracciante indiano abbandonato davanti alla sua abitazione, senza un braccio, dal datore di lavoro dell'azienda agricola per cui lavorava in nero. (La Stampa)

Il caporalato nel Fucino è un problema tutt'altro che risolto. Vale in generale per lo sfruttamento della manodopera, a cominciare da quella immigrata, nell'area della Marsica vocata all'agricoltura. Ma vale ancora di più dopo la tragica morte di Satnam Singh, il lavoratore agricolo morto a Latina , ritrovato esanime fuori casa, con un braccio amputato. (Il Capoluogo)