Rapporto Draghi, quali investimenti servono davvero

Rapporto Draghi, quali investimenti servono davvero
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la Repubblica ECONOMIA

Daniel Gros è direttore dell’Institute for European Policymaking della Bocconi. Giorgio Presidente è un ricercatore postdoc all’Institute for European Policymaking della Bocconi Il rapporto sul “Futuro della Competitività europea” presentato dall’ex premier italiano Mario Draghi lancia un forte appello per riforme economiche volte a fermare il declino relativo dell'Europa. Questo breve comment… (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

La transizione dell’economia europea verso fonti di energia pulita prosegue a ritmo sostenuto. Gli incrementi annuali di energia solare ed eolica potrebbero persino infondere un po’ di ottimismo, poiché alcuni paesi sono sulla buona strada per raggiungere i loro obiettivi in materia di energie rinnovabili. (Lavoce.info)

Due sono le condizioni orizzontali indispensabili per avviare il Piano Draghi: gli investimenti e la governance. L’analisi di Draghi è chiara e allarmante: non c’è futuro per l’Ue senza cambiamenti profondi, senza un balzo in avanti. (Corriere della Sera)

Ha sposato la globalizzazione a tutto campo, abbandonando di fatto l’industria, curandosi più di regole e dogmi, soprattutto sulla transizione energetica, che della competitività. Ora «di fronte alla sfida della sicurezza globale - tra difesa, sicurezza energetica e alimentare, cybersecurity - nessuno può farcela da solo. (ilmessaggero.it)

Sovranità tecnologica, più ricerca e investimenti, così l’Ue sarà competitiva

In sintesi, Unicredit, una grande banca che ha in Italia la sua sede centrale, ma in cui i soci italiani sono meno del 10%, vorrebbe diventare il principale azionista della banca tedesca Commerzbank. È il caso, ad esempio, della vicenda Unicredit- Commerzbank. (Italia Oggi)

BRUXELLES — «I singoli Paesi europei sono semplicemente troppo piccoli per affrontare le sfide di questa epoca» e se poi in questo contesto l’Ue arma anche una guerra commerciale contro gli Usa, allora «danneggeremmo noi stessi». (la Repubblica)

E il paradosso pesca: importiamo più di quanto peschiamo Ed evitare, insomma, di ripetere gli errori commessi 30 anni fa, all’alba dell’era di Internet, da cui deriva in gran parte il ritardo di produttività cumulato con i cugini al di là dell’Atlantico, dovuto proprio «all’incapacità dell’Ue di capitalizzare sulla rivoluzione digitale negli anni Novanta». (ilmessaggero.it)