Corte Penale internazionale, il procuratore anti-Israele? Islamico scozzese accusato di molestie
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Maurizio Stefanini 22 novembre 2024 Karim Ahmad Khan, 54 anni, figlio di un dermatologo e di una infermiera, nato in Scozia e cresciuto in Inghilterra, è dal 2021 il Procuratore Capo della Corte Penale Internazionale. Da quando è stato nominato, ha cercato di ampliare l’operato di un tribunale che dal 2002, quando era stato istituito, si era occupato quasi solo di Africa. In particolare nel 2022 ha avviato quella indagine per verificare se siano stati commessi dei crimini che rientrino nella giurisdizione del tribunale durante l’invasione russa dell’Ucraina che lo ha portato a spiccare un mandato di arresto nei confronti di Vladimir Putin oltre che alla commissaria russa per la tutela dei minori Maria Alekseyevna Lvova-Belova. (Liberoquotidiano.it)
Su altre fonti
Il tribunale dell'Aia afferma la sussistenza di «ragionevoli motivi per ritenere che Netanyahu e Gallant siano responsabili, in qualità di superiori civili, del crimine di guerra di aver intenzionalmente diretto un attacco contro la popolazione civile» e di aver «intenzionalmente e consapevolmente privato la popolazione civile di Gaza di beni indispensabili alla sopravvivenza, tra cui cibo, acqua, medicinali e forniture mediche, nonché carburante ed elettricità, almeno dall'8 ottobre 2023 al 20 maggio 2024». (Italia Oggi)
Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. La Corte penale internazionale dell'Aia, ricordiamo, ieri ha emesso mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant per presunti crimini di guerra a Gaza. (Corriere del Ticino)
Dopo 44mila palestinesi uccisi la Corte penale internazionale spicca i mandati d’arresto per i leader israeliani Netanyahu e Gallant e il capo militare di Hamas Deif. L’accusa: aver intenzionalmente affamato e sterminato Gaza. (il manifesto)
Sono accusati anche di «omicidio, persecuzione e altri atti disumani», che rientrano nella fattispecie dei crimini contro l'umanità. Con queste motivazioni, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant, da ieri sono ricercati e potrebbero essere arrestati in uno dei 124 Paesi (tra cui l'Italia) che aderiscono allo Statuto di Roma per le decisioni prese nella guerra ancora in corso nella Striscia. (il Giornale)
Sono le accuse di «presunti crimini contro l’umanità» imputati ai leader di Hamas. Omicidio, sterminio, tortura, stupro e altre forme di violenza sessuale. (La Stampa)
– Crimini contro l’umanità: i mandati d’arresto che la Corte penale internazionale ha emesso nei confronti di Benjamin Netanyahu, del suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant e del leader di Hamas Mohammed Deif ha sollevato una selva di domande che vanno ben oltre il Medio Oriente in fiamme, anche perché trasformano il premier israeliano e gli altri destinatari del provvedimento in ricercati “globali”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)