Un intero popolo in piazza contro il ddl Zan
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Il popolo si sta alzando in piedi, dicevamo, e continuerà a farlo da qui fino al 25 luglio.
Piu’ di 500 a Catania, Palermo e Verona, più di 600 a Vicenza, Torino, più di 300 a Bologna e quasi mille a Milano.
Molte manifestazioni, inoltre, sono nate spontaneamente.
Una prova in più di quanto io popolo sia stufo di questo governo che dimentica le famiglie ed i veri bisogni degli Italiani.
Un popolo si sta alzando in piedi, decine di migliaia di persone di ogni fede, colore politico si sono alzate in piedi in oltre 50 città italiane nel nome della libertà di espressione contro le censure e per amore delle donne e dei bambini. (provitaefamiglia.it)
Se ne è parlato anche su altre testate
Leggi anche -> Platinette attacca il vittimismo LGBT: il Ddl Zan contro l’omofobia è un’idiozia. La protesta rumorosa degli attivisti Lgbt. Contestualmente ieri sono scesi in piazza anche i movimenti a tutela dei diritti lgbt per supportare il ddl Zan e per attaccare coloro i quali lo ritengono ingiusto. (La Luce di Maria)
Critiche a Forza Italia. Com’era intuibile il gesto di «apertura» di Forza Italia non è passato inosservato, e la galassia degli oppositori al Ddl Zan ha subito reagito prendendo di mira il partito di Silvio Berlusconi. (Open)
“Contro l’omofobia, la transfobia e la misoginia”. Una legge quindi, questa che se venisse approvata, servirebbe a contrastare odio, violenze e discriminazioni per motivi di genere. (TRC Giornale)
Il testo ha visto la luce, ora dovrà attendere ancora qualche settimana per essere approvato almeno da un ramo del Parlamento. Gli attacchi al ddl Zan. Legge da deriva liberticida. (Gay.it)
“Contro l’omofobia, la transfobia e la misoginia”. Una legge quindi, questa che se venisse approvata, servirebbe a contrastare odio, violenze e discriminazioni per motivi di genere. (TRC Giornale)
Il confronto in Commissione si annuncia acceso anche se i tempi molto serrati imposti dalla calendarizzazione in aula a Montecitorio non promettono di consentire mediazioni significative. Carolina Varchi e Ciro Maschio, che in Commissione Giustizia rappresentano FdI, ribadiscono che il testo unificato è «un bavaglio alla libertà d’espressione e di opinione che apre la strada a pericolose derive liberticide». (Avvenire)