Prosegue la crisi tra Stellantis e il Governo italiano
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Il governo italiano e Stellantis si scontrano nuovamente sul futuro dell'industria automobilistica nel Paese durante l'ultimo Tavolo Automotive tenutosi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Il ministro Adolfo Urso chiede al costruttore un vero e significativo piano industriale per l'Italia, mentre Stellantis afferma di avere già un piano e chiede stabilità nelle normative europee sulle emissioni. (Tom's Hardware Italia)
La notizia riportata su altri giornali
Questo passo è fondamentale per costruire una risposta concreta alle difficoltà che affliggono il settore e per garantire un futuro solido e sostenibile ai lavoratori del comparto. (Sassilive.it)
Ma chiede a Stellantis di assumersi la responsabilità sociale del rilancio in Italia con un piano dettagliato. Urso assicura che nella manovra potrebbero esserci per il 2025, oltre ai 200 milioni residui del fondo, altri 200 milioni di euro. (LA STAMPA Finanza)
CAMPOBASSO. "Ieri al MIMIT abbiamo assistito a un nuovo nulla di fatto. Ancora una volta, il tavolo convocato con Stellantis si è concluso senza alcuna novità concreta, rimandando ogni decisione a metà dicembre. (Termoli Online)
Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, si è presentato con questo pezza al tavolo con i sindacati, l’Anfia, l’associazione delle imprese dell’indotto che si era rivoltata contro il taglio dell’80% delle risorse del fondo, e Stellantis, che dice di «avere un solido piano per l’Italia». (la Repubblica)
La situazione di incertezza sul futuro dello stabilimento di Termoli e, in particolare, sul progetto della Gigafactory continua a preoccupare, e la mancanza di un piano industriale dettagliato da parte di Stellantis alimenta il timore di ulteriori difficoltà per l'intero settore automotive in Italia (Primonumero)
Il ministro Adolfo Urso al tavolo Stellantis al Mimit pensa agli annunci fatti in questi mesi da Volkswagen, che prevede la chiusura di tre stabilimenti in Germania, di Audi, che dismetterà le attività in Belgio e di importanti aziende della componentistica europea che cesseranno le proprie attività, quando si appella ai sindacati italiani, a Confindustria e all'Anfia affinché facciano «fronte comune con le vostre associazioni europee. (Corriere della Sera)